il foglio sportivo – il ritratto di bonanza
Il fascino senile della Serie A
Nel nostro campionato pare che si cammini, e camminare, si sa, fa bene alla circolazione. Vidal, Ibrahimovic e la nostalgia dell'Italia
Io ce li vedo. Ribery, Vidal e Ibrahimovic, tutti e tre a ritirare la pensione alle poste italiane. Fantastici vecchietti, reduci da un paio di bracciate nella vasca di Cocoon. Perché nel nostro campionato pare che si cammini, e camminare, si sa, fa bene alla circolazione. Il fascino senile della Serie A. E poco importa se ogni tanto l’incontinenza provoca brutti scherzi, come è successo a Ribery, che in una notte sbagliata ha confuso una partita di serie A con quella di calcetto tra scapoli e ammogliati. Per poi, dopo la conseguente squalifica, rifarsi ampiamente seguendo la squadra in trasferta, entusiasta come un tifoso che mangia il panino con la salamella. Dunque li aspettiamo, Arturo e Zlatan, a far compagnia al francese. Siamo già pronti all’aeroporto ad attenderli per accompagnarli nelle rispettive dimore, prendendoli sottobraccio, attraversando con loro la strada sulle strisce.
Il cileno è un vecchio-giovane con i suoi trentadue anni. Nel senso che di lui si dice faccia scorpacciate di vita così intensa, da invecchiarlo più in fretta di altri. Eppure, resta un campione del suo ruolo. È un incursore di tocco e di martello. Sa fare tutto e tutto bene. Non dà riferimenti agli avversari, ti piglia di sorpresa alle spalle – Apache con cresta e coltello – e di te resta lo scalpo. All’Inter c’è un giocatore specchio che si chiama Barella. Molto più giovane e meno avvezzo alla “Vidal loca”. Ma i due si somigliano sul campo, zanzare fastidiose. Sarebbe bello vederli girare insieme intorno al totem Lukaku e pungerlo di assist. Vidal perfetto per Conte, che così potrebbe saziare la sua fame di giocatori, mettendo un maledetto in mezzo a tanti bravi figlioli. Il Barcellona però oppone resistenza, e questo maledetto lo vende solo se gli dai una moneta che si chiama Lautaro. A questo prezzo non si può fare ma c’è tempo e spazio per trattare.
Quanto a Ibrahimovic, pare non interessi al nord, ma forse al centro o al sud. Ha scoperto l’America e gli è piaciuta il giusto, tanto che se n’è pure lamentato in diretta tv. Se torna da noi, facciamo un affare. Perché nel campionato delle passeggiate anche uno Zlatan corre come Bolt. Al Napoli servirebbe per aumentare la personalità di un attacco timido. Dove Milik è bravo ma ne sbaglia un po’ troppi e Mertens, fenomenale giocatore, pur segnando parecchio non garantisce un peso. Gli altri folletti girano al largo a caccia di squali. E Zlatan ha tutto per sbranare ancora la porta. Al Bologna con Palacio, sarebbe una festa di gran classe in ciabatte. Con Sinisa pronto a proteggerli mettendogli alle spalle una formazione tempestosa. Per non parlare della Fiorentina che insieme a lui completerebbe l’altare. Chiesa il chierichetto con le ostie in mano, Frank e Zlatan a esorcizzare il demone della sconfitta. Sai che terzetto, sai che paura.