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il foglio sportivo

C'è ritorno e ritorno: Mou, Li, El Pibe e Ibra

Jack O'Malley

Lo Special One mancava a tutti, Suso verrà portato in trionfo al prossimo raduno delle sardine?

Se ne era andato da poco ma già ci mancava come il brandy dopo una cena, lo aspettavamo come si aspetta una bionda al bancone del pub. Ci aveva fatto soffrire vederlo piangere, rispondere male a Ilaria D’Amico, fare battute amare sul suo essere disoccupato. Adesso che Mourinho è tornato ad allenare nel campionato più bello del mondo (per i non calciofili: non è la Serie A) ci sentiamo tutti un po’ più sereni. I giornalisti sportivi, perché avranno qualcosa che farà fare clic assicurato quasi ogni giorno, ma anche ovviamente i tifosi del Tottenham e gli appassionati di calcio tutti. Qualcuno ha provato a tirare fuori vecchie dichiarazioni dello Special One che nel 2015 avrebbe detto “non potrei mai allenare gli Spurs, ho troppo rispetto per i tifosi del Chelsea”. L’indignazione è finita quasi subito: la coerenza delle idee nel calcio dura quanto i nuovi eroi civili per la sinistra (dopo il baluardo antifascista Ezio Greggio, queste sono le ore di entusiasmo per Suso che su Instagram ha chiesto a Salvini di governare meglio: il centrocampista del Milan verrà portato in trionfo dalla folla al prossimo raduno delle sardine). Dopo Sarri alla Juve e Conte all’Inter non sarà certo Mou al Tottenham a farci scoprire che l’attaccamento a certi colori per chi gioca e allena è come quella cosa rotonda che prendono a calci: una palla. Risate durante la conferenza stampa di giovedì, una risposta già iconica sull’effetto che la finale di Champions persa dalla squadra che fu di Pochettino potrebbe avere avuto sui giocatori (“Non lo so, non ho mai perso una finale”).

 

Ora per non trasformarsi in un Ipse Dixit vivente o fare la fine di Boskov, ricordato ingiustamente più per le sue massime che per i risultati da allenatore, Mou dovrà cancellare l’orrendo ricordo degli ultimi mesi al Manchester United, scacciare il sospetto che la sua filosofia di gioco sia superata e ricominciare a vincere, almeno più del suo predecessore. Impresa non impossibile, dato che Pochettino in cinque anni agli Spurs non ha vinto niente. L’allenatore argentino che ha commosso il web con il messaggio di saluto ai suoi ex giocatori scritto sulla lavagna degli spogliatoi non resterà senza panchina a lungo. C’è chi prevede un suo approdo al Barcellona. A riguardo, l’ex allenatore dell’Espanyol ha detto che preferirebbe “piuttosto andare in fattoria”. Quindi è praticamente fatta con i blaugrana.

 

C’è ritorno e ritorno, lo sanno bene i tifosi del Milan – ormai convinti di essere le vittime di un esperimento sadico da parte di qualcuno. In attesa di sapere se Ibrahimovic indosserà di nuovo la maglia rossonera, adesso sono alle prese con il ritorno sulla scena di Li, il misterioso proprietario cinese che ha smantellato quello che l’addio di Berlusconi aveva lasciato. Sul suo nuovo account Twitter Li (sempre che sia lui) si è presentato come tifoso del Milan da sempre e per sempre e, come un radicale con un malato grave, si è detto disponibile a “dare una mano” alla sua squadra del cuore.

 

Chi certamente continuerà a fare danni nel suo club è Maradona. Dopo le manfrine festaiole sudamericane per il suo arrivo sulla panchina del Gimnasia, El Pibe ha inciso sui risultati della squadra quanto un bicchiere d’acqua sulle mie sbronze. Dato il caos societario, qualche giorno fa Diego aveva annunciato le dimissioni, salvo smentirsi e rimanere in sella. Bene per tutti, adesso che Daniele De Rossi ha annunciato il rinnovo con il Boca i giornalisti sportivi italiani potranno continuare a scrivere di calcio argentino a caso. Sempre meglio che parlare di Balotelli, cacciato dall’allenamento per scarso impegno: nel calcio non si vive di soli uh-uh razzisti.

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