Simy, Messias e gli altri. Il Crotone è diventato una multinazionale del calcio
Dopo la sconfitta di domenica contro la Salernitana la squadra calabrese è al nono posto in serie B, ma a soli sei punti dal secondo. A disposizione di Giovanni Stroppa sono tredici gli stranieri, di tre continenti
Foto tratta dalla pagina Facebook dell'FC Crotone
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A vedere la rosa del Crotone sembra più di elencare i partecipanti a un'assemblea dell'Onu che di analizzare una squadra di calcio. Sono ben tredici gli stranieri a disposizione di Giovanni Stroppa, con una copertura di tre continenti: Europa, America (tendenza Sud) e Africa. In questo angolo di Calabria hanno ben presente cosa significhino accoglienza e integrazione, non è da meno il club a trazione familiare dei Vrenna: papà Gianni il presidente e il figlio Raffaele general manager. Ascoltano le proposte del direttore sportivo Beppe Ursino, le vagliano e decidono. Spesso, per dirlo alla Di Pietro, ci azzeccano.
Come accaduto per Simy, ad esempio. Quando arriva in Italia nel 2016 i sorrisini si sprecano. Il Crotone è ancora in A e ingaggia questo nigeriano che ha vinto la classifica marcatori della B portoghese con 20 gol con il Gil Vicente. Già la categoria e il campionato non sono granché, del giocatore si sa poco o nulla, al punto che alcuni lo chiamano Simy e altri Simmy. Se poi ci aggiungere 198 centimetri di altezza, che ne fanno più un cestista che un attaccante, il puzzle del pregiudizio pallonaro è completato. Invece Simy si adatta benissimo all'Italia, soprattutto con i piedi, che sfrutta ancor più della testa, nonostante l'altezza. Nel giro di due settimane, nell'aprile 2018, la Juventus è punita dalla rovesciata spettacolare di Ronaldo in Champions League e da quella del nigeriano in campionato. E Gernot Rohr si innamora a tal punto del giocatore da farlo debuttare in nazionale a 26 anni, portandolo con sé al Mondiale in Russia.
Oggi Simy è una certezza del Crotone, con cui mantiene una buona media, fatta di 32 gol in 88 partite. Come una certezza si sta rivelando Valter Junior Messias. Lui raggiunge Torino nel 2011 per ricongiungersi il fratello: ha vent'anni, in Brasile è un buon giocatore. Non possiede però il passaporto comunitario, non può quindi andare oltre i dilettanti. Anzi, i primi passi sono nel calcio amatoriale, nel campionato Uisp con i peruviani dello Sport Warique. Per vivere, consegna e ritira elettrodomestici. I numeri comunque ci sono, li nota Ezio Rossi che, lasciato a piedi dal calcio professionistico, ha scelto di scendere di categoria. Come volontariato allena la squadra dei rifugiati, sempre Uisp, come tecnico ha un'opportunità a Casale, dove nel 2015 chiama Messias, che firma 21 gol e contribuisce alla promozione in D. L'intervento di Rossi è provvidenziale: in quei giorni il brasiliano, stanco della sua non-condizione, pensa infatti di smettere. Lo racconta al pastore evangelico della sua comunità e, come Elwood Blues, vede la luce: “Da quel giorno mi si è aperto un mondo”. Dopo Casale, ecco il Chieri in D: segna altri 14 gol, vince la Coppa Italia e viene contattato dalla Pro Vercelli, in B. Un trasferimento stoppato dalla mancanza della documentazione e che spedisce Messias ancora in D, stavolta a Gozzano. Dove, per non perdere l'abitudine, conquista un'altra promozione, fermandosi per il 2018-19, ma da giocatore del Crotone, che lo lascia in Piemonte in prestito dopo aver potuto finalmente tesserarlo. Oggi Messias, in Calabria, sta rivelando le sue doti di trequartista.
E poi c'è Ahmad Benali, figlio di libici emigrati al Manchester City, che non si è tirato indietro quando si è trattato di difendere i colori di una delle zone più complicate del mondo. Con lui Andrea Nalini, che quando giocava nel Villafranca arrotondava facendo il saldatore alla Cornioli di Verona e che quando è passato alla Virtus Verona è diventato magazziniere nel reparto wurstel all'Aia. La chiamata della Salernitana l'ha trasformato un giocatore professionista. E si attende Maxi Lopez, l'elemento più titolato del gruppo, che ha provato a ripartire dalla serie B per ricostruirsi una carriera, ma che finora è stato frenato dai guai muscolari. Se arriveranno anche i suoi gol, i calabresi potranno tornare a sognare.