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Chi brinda al ritorno di Ibrahimovic
Perché Ibra è perfetto a prescindere, comunque vada la sua avventura italiana
[Anticipiamo un articolo del numero del Foglio Sportivo in edicola domani e domenica. L'edizione di sabato 28 dicembre e domenica 29 dicembre la potete scaricare qui dalle 23,30 di venerdì 27 dicembre]
Da giovedì, quando Gianluca Di Marzio su Sky Sport ha dato per quasi ufficiale il ritorno di Ibrahimovic al Milan, in tutte le redazioni sportive si è iniziato a brindare il doppio rispetto alle ore precedenti, quelle dedicate ai festeggiamenti natalizi. Chi meglio di lui? Ibra è perfetto a prescindere, comunque vada la sua avventura italiana, altro che Cristiano Ronaldo. Intanto permette di riproporre il meglio dei suoi gol, assist, dribbling, colpi e dichiarazioni dei suoi anni alla Juve, all’Inter e al Milan. Una volta completata l’operazione “Avanzi riproposti in tavola” ci sono naturalmente i suoi post su Instagram, rilanciati sempre e comunque da qualunque testata. E poi ci sarà il suo arrivo a Malpensa, le sue prime dichiarazioni, i video sui suoi social: e per altri due o tre giorni si sa come riempire servizi e pagine, di carta e web. A quel punto ci saranno i primi allenamenti, la conferenza stampa di presentazione, le dichiarazioni di Pioli e dei compagni. Poi le prime partite, e lì comunque vada per i giornalisti sarà un successo: se giocherà bene e sarà decisivo ci si scioglierà a esaltarne commossi la grandezza, a 38 anni ancora così forte, lo avevamo detto che Ibra è il numero uno e che serviva al Milan come la birra a un assetato. Se invece annegherà nella mediocrità della squadra in cui andrà a giocare, come cani rabbiosi ci si potrà lanciare su di lui a dire che insomma a 38 anni era ovvio che non avrebbe potuto fare la differenza, al Milan servivano ben altri acquisti. Io so soltanto una cosa: una volta i calciatori troppo vecchi per la Serie A andavano a giocare negli Stati Uniti. Oggi i giocatori troppo vecchi per il campionato americano vengono a giocare in Serie A.
Il calcio, più della politica è il regno del “ve l’avevo detto”. Io prima dello scorso anno vi avevo detto che Jürgen Klopp avrebbe continuato a essere un perdente di successo: non sono mai stato così felice di essermi sbagliato. Adesso che il Boxing Day ha certificato che chi pensava a un Leicester pronto a replicare la stagione di Ranieri si sbagliava, il Liverpool si prepara a correre verso la vittoria della Premier League a trent’anni di distanza dall’ultima volta. Dopo l’èra del Barça e del Real, che sia di nuovo il turno per un’èra dei Reds?