il foglio sportivo
I 100 Sport Thinkers del 2019 - Le posizioni da 1 a 50
Luoghi comuni infranti, idee geniali messe in campo o su carta, imprese contro i pronostici. In classifica ci sono anche scrittori, innovatori e un quasi centenario
Per aver guidato il Sudafrica alla vittoria nel Mondiale di rugby, primo capitano nero di sempre nella storia degli Springboks, e per la sua storia personale che lo ha reso simbolo di riconciliazione delle divisioni razziali e socioeconomiche che ancora attraversano il suo Paese. (foto LaPresse)
Per aver sacrificato la sua vita dandosi fuoco, dopo essere stata scoperta travestita da uomo a tentare di entrare nello stadio dell’Esteghlal, sua squadra del cuore allenata da Andrea Stramaccioni, motivo per il quale era stata condannata a sei mesi di carcere.
Perché, assieme ad altri colleghi olandesi e all’impegno della KNVB (la federcalcio orange), è il padre del più grande (e iper-discusso) cambio di paradigma tecnologico del calcio contemporaneo: il Var. (foto tratta dall'account Twitter @DeFeijenoorder)
Per i pensieri non banali sulle emozioni del calcio e perché vincendo la Champions League alla guida del Liverpool è finalmente divenuto uno hieronikai (un vincitore sacro, come venivano chiamati i protagonisti dei grandi agoni antichi), smentendo definitivamente chi lo considerava un perdente di successo. (foto LaPresse)
Per essere passata alla storia non come l’ennesima emozionante finale del torneo più affascinante del tennis, ma per aver regalato al mondo 4h 57m di satori sportivo: ispirazione e illuminazioni senza soluzione di continuità. (foto LaPresse)
Per il suo viaggio calcistico al contrario, dall’Italia all’Argentina, diventando così un romantico pioniere di un modo di intendere il calcio dove non conta soltanto la cifra scritta su un contratto. (foto tratta dal profilo Facebook del Boca Juniors)
Perché, in un inconsueto “fuoripista”, lo scorso 26 giugno a Losanna la storica assegnazione a Milano e Cortina dei Giochi Olimpici invernali del 2026 è passata anche attraverso le loro parole (e il loro ottimo inglese).
Perché dal 20 giugno 2019 il comitato olimpico americano, da lei presieduto, può vantarsi di essere il primo al mondo ad aver integrato lo sport paralimpico non solo nelle sue attività, ma anche nel nome, divenuto ora United States Olympic and Paralympic Committee. (foto tratta dal sito dell'USOPC)
Perché per le sue numerose vittorie è stato ribattezzato il Messi delle gare di piccioni viaggiatori e per questo motivo è stato venduto in Cina per la modica cifra di 1,2 milioni di euro.
Perché questo team formato da quattro ragazzi cinesi e due sudcoreani ha vinto la finale mondiale di League of Legends, disputata a Parigi di fronte a 20.000 persone e con un’audience mondiale di oltre 100 milioni di spettatori. (foto tratta dal sito https://lol.gamepedia.com/)
Per il libro Feinde des sports, summa di tutte le inchieste sul doping condotte in questi anni assieme al suo team, a partire da quella che ha terremotato lo sport russo. (Foto tratta dal profilo Facebook di Hajo Seppelt)
Per il tweet in difesa dei manifestanti di Hong Kong che ha aperto un nuovo fronte del conflitto tra Usa e Cina, questa volta con il basket Nba, lo sport più amato dai cinesi. (foto tratta dal profilo Twitter di @NBAEvolution)
Perché la sua dotazione genetica, che l’ha costretta al ritiro anticipato, è diventata uno dei grandi casi giuridici del nostro tempo sportivo. (foto LaPresse)
Perché gli è bastato un gran premio per pensionare Vettel e candidarsi a diventare l’uomo del futuro. (foto LaPresse)
Per aver frantumato un limite della mente ancora prima che del corpo, le due ore nella Maratona, sessantacinque anni dopo il celebre under four minutes di Roger Bannister sul miglio. (foto LaPresse)
Per aver messo in gioco e sconvolto la propria vita di campione Nba per difendere la propria idea di libertà esprimendosi con forza e coerenza contro il Presidente turco Erdogan. (foto LaPresse)
Per essere stato arrestato poiché, nella sua bottega di Istanbul, era esposta una fotografia di Enes Kanter con la maglia dei Boston Celtics. (foto LaPresse)
Perché da piccolo si allenava in Daghestan combattendo con gli orsi ed oggi è una delle stelle (imbattute) del circuito delle arti marziali miste. (foto tratta dalla pagina Facebook di Khabib Nurmagomedov)
Perché lo scorso 16 dicembre ammirandone dal vivo la bellezza il pugile americano Deontay Wilder ha chiesto quanto costasse, e alla risposta: “Non ha prezzo” ha controbattuto (da buon americano): “Priceless? Nothing is priceless.”.
Per aver deciso di tornare alle competizioni e provare ancora una volta a rincorrere il sogno olimpico, questa volta da mamme, di Maya e Ludovica. (foto LaPresse)
Perché questo ventenne francese, di origine siciliana, finalmente ha fatto intravedere che può esserci qualcuno pronto a sfidare l’egemonia di Marquez (foto LaPresse)
Perché vincere due Palii di Siena da scosso, su tre partecipazioni totali, la dice lunga sulla personalità e sul ruolo da capobranco di questo cavallo biondo che fa impazzire il mondo (foto LaPresse)
Per aver infiammato la più fredda delle nazioni, il Canada, facendo vincere il titolo Nba ai Toronto Raptors. e perché in un mondo social comunica solo ed esclusivamente attraverso la sua forza sportiva in campo (foto LaPresse)
Perché le loro prestazioni con la maglia del Liverpool sono state un’efficace rappresentazione del concetto di muro umano (foto LaPresse)
Perché portando l’Ajax in semifinale di Champions League ha sovvertito la regola dei fatturati (foto LaPresse)
Per i sei gol segnati al Mondiale e perché è diventata il grande simbolo della piena ascesa globale del calcio femminile (foto LaPresse)
Perché nessuno ricorderà in futuro che in questi Mondiali era molto più in forma di Rapinoe, ma con la sfortuna di giocare nel suo stesso ruolo (foto tratta dalla pagina Facebook di Christen Press)
Per aver celebrato il suo 83esimo compleanno percorrendo 83km di marcia, dopo essere sopravvissuto alla Guerra dei Sei Giorni, a quella di Yom Kippur e alla strage di Settembre Nero nel villaggio Olimpico di Monaco che lo ospitava da atleta (foto LaPresse)
Per il libro Storia dello sport in Italia, bussola indispensabile per ogni connazionale appassionato di sport.
Perché dal 25 marzo 2019 il comune da lui amministrato ha finalmente mutato nome in Castellania Coppi, per celebrare il centenario della nascita del Campionissimo (foto LaPresse)
Perché nel centenario della nascita di Fausto Coppi va ricordato anche il falegname di Somma Vesuviana che nel gennaio del 1945 gli donò la sua bici per fargli riprendere gli allenamenti, nel periodo della sua detenzione presso il campo di prigionia inglese di Caserta.
Perché, post dopo post, sta ravvivando l’antico legame tra letteratura e ciclismo.
Perché, in rapporto all’età e alle partite giocate, il suo numero di reti segnate è semplicemente impressionante (foto LaPresse)
Per aver capitanato una squadra fortissima, senza la quale neppure Hamilton avrebbe vinto sei titoli di fila.
Perché si è inventato la Formula E, che oggi ha più costruttori ufficiali della F1 (foto LaPresse)
Per aver vinto il campionato del mondo femminile per club, rappresentando un comune veneto di 35.239 abitanti, in uno sport che conta centinaia di milioni di praticanti nel mondo (foto tratta dalla pagina Facebook dell'Imoco volley
Per aver vinto il campionato del mondo maschile per club, rappresentando un comune marchigiano di 42.435 abitanti, in uno sport che conta centinaia di milioni di praticanti nel mondo
Per aver creato una favola non solo calcistica, ma anche manageriale (foto LaPresse)
Perché nel giardino della sua villa inventò, cinquanta anni fa, il primo campo da padel della storia (foto LaPresse)
Per aver dimostrato, a diciotto anni, che il talento senza allenamento non è sufficiente e che l’allenamento senza talento, neanche (foto LaPresse)
Per la sua frase lapidaria e geniale dopo la sconfitta in poco più di sessanta minuti da Roger Federer, agli ottavi di finale di Wimbledon: “Quanto fa per l’ora di lezione?” (foto tratta dalla pagina Facebook di Matteo Berrettini)
Per aver trasformato Roger Federer in una moneta d’argento da 20 franchi, per celebrare i 20 tornei del Grande Slam vinti dal Maestro di Basilea. Tiratura: 33.000 pezzi, tutti già esauriti in prevendita
Per il prezioso contributo fornito alla diffusione, in Italia, della letteratura sportiva di qualità, trasformandola in un vero e proprio genere
Per aver deciso, dopo essere stato oggetto di insulti razzisti, di abbandonare il campo da gioco, causando la propria espulsione e un turno di squalifica
Per aver seguito, al completo, il suo portiere negli spogliatoi, determinando la propria sconfitta a tavolino e un punto di penalizzazione in classifica.
Non tutti hanno vinto, ma tutti hanno cambiato qualcosa. Mauro Berruto e Moris Gasparri hanno selezionato per voi i migliori “pensatori sportivi” del 2019. Qui trovate le prime cinquanta posizioni, per scoprire chi sono gli altri basta cliccare qui.