Il pensiero forte dello sport

Mauro Berruto e Moris Gasparri

Non tutti hanno vinto, tutti hanno cambiato qualcosa: ecco i 100 Sport Thinkers del 2019 (senza Messi e CR7)

Una classifica trasversale – perdere non significa sempre essere il peggiore

 

Non credo troppo nelle classifiche (che detto da chi ha appena compilato una classifica è un bell’incipit!) perché ho lavorato per decenni nel mondo dello sport che si legge attraverso prestazioni, punti, centimetri, secondi. Le classifiche hanno il merito di semplificare, ma il limite di non riconoscere che arrivare secondi (o peggio, quarti) per un soffio, nulla toglie a quel percorso di preparazione e fatica che sta dietro alla prestazione. Vincere o perdere, per una frazione di secondo o di un punto, non significa essere atleti migliori o peggiori. Tuttavia ho lavorato a questo progetto proprio per il suo obiettivo: cercare una meravigliosa categoria trasversale, i pensatori dello sport. Forse sarà curioso trovare nella nostra classifica piccioni viaggiatori, intellettuali, matematici, storici, egamers, cavalli. Forse sarà curioso (e speriamo faccia discutere) non trovarci atleti straordinari come Cristiano Ronaldo o Federica Pellegrini, ma l’obiettivo è proprio quello di stimolare una discussione, magari accesa quanto le mie (spesso notturne) con Moris Gasparri, intellettuale dello sport fuori classifica. Insomma: evviva le differenze quando sono intese come ricchezza. Buona lettura e buon divertimento!

Mauro Berruto

 


 

Celebrare una nuova èra – non solo atleti, anche studiosi

 

Il pensiero, come lo Spirito evangelico, soffia dove vuole. Così anche questa classifica, che è solo in parte un tributo ai grandi momenti sportivi del 2019, anche se il racconto dell’anno è la traccia entro cui corrono a vario titolo tutti i nomi che troverete. Celebrare le scintille di qualcosa che diventerà grande è infatti importante quanto raccontare il “già noto”. Ad esempio, non stiamo forse vivendo una nuova età vittoriana, con la globalizzazione degli esports che sta ripercorrendo le orme di quella calcistica di inizio Novecento, consolle al posto di porte e palloni e nuovi imperi (asiatici) al posto di quello britannico? Sport poi non è più da tempo solo la breriana “cronaca del muscolo”, ma anche libri che ci aiutano ad approfondirne le tante trame, o grandi atleti che pensano e fanno funzionare il cervello, anche se in modalità non discorsive o riflessive, perché notoriamente un atleta che pensa troppo (in gara) è un atleta fottuto. Per finire, un grande ringraziamento va al mio sodale Mauro Berruto: non fosse stato per il suo tenace e paziente contrapporsi alle mie ossessioni intellettuali, avreste trovato solo nomi lontani dal mainstream, la più parte sconosciuti. A lui il ruolo di grande e saggio riequilibratore della classifica.

Moris Gasparri

 


 

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