Lo avevano addirittura accusato di parricidio. Logico, quando prendi il posto di uno che ti ha allenato per otto stagioni. Ancora più logico quando ci si ricorda che cosa rappresentasse Rino Gattuso per Carlo Ancelotti al Milan: il braccio armato sul campo, il collante umano nello spogliatoio. Ma è una logica che fa difetto, se si ignora la storia personale tra i due, fondata su qualcosa di più profondo che fosse la profonda e reciproca stima. Ancelotti è stato realmente un padre per Gattuso, come Gattuso è stato un figlio per Ancelotti. Se si sono registrate incomprensioni al momento del cambio in panchina, queste fanno parte del gioco del calcio, non di quello della vita. E parlare di parricidio per l'ex centrocampista rossonero appare veramente fuori luogo, conoscendone sincerità e onestà. Tanto per intenderci: lui non è un Robert Moreno e con lui non si sarebbe mai assistito a una commedia dell'imbarazzo come quella messa in scena nella Nazionale spagnola al ritorno di Luis Enrique.
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