Estetica, forza, identificazione e comunicazione hanno reso l’ex cestista americano un’icona mondiale (a cui l’Italia deve dire grazie)
È estremamente difficile aggiungere qualcosa al fiume di ricordi e parole sulla morte di Kobe Bryant, ex cestista statunitense dei Los Angeles Lakers. Una cosa però si può fare, riflettere sugli effetti globali della sua scomparsa, non solo quelli americani. Da questo punto di vista abbiamo probabilmente assistito al più grande lutto mondiale della storia dello sport, ed è importante capire perché. Gennaio per chi ama il basket è divenuto il più crudele dei mesi, avendo legato a sé nella morte due protagonisti i cui percorsi vanno letti assieme, David Stern e Kobe appunto. L’azione manageriale del primo e il percorso sportivo del secondo sono infatti fortemente intrecciati.
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