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il foglio sportivo

Il sillabario minimo del rugby

Marco Pastonesi

Da cassaforte a trincea, il Sei Nazioni, istruzioni per l’uso. Vittorio Munari e Antonio Raimondi hanno sviluppato un gergo rugbistico: 15 voci per non andare in fuorigioco

Il piccolo ha un nome presuntuoso e pretenzioso, Vittorio, invece il grosso ce l’ha da santo e da catena, Antonio. Il piccolo ha un cognome da designer, Munari, e siccome il designer (Bruno Munari) dichiarò che “l’uovo ha una forma perfetta benché sia fatto col culo”, qualche lontana parentela con l’ovale (il pallone) e con Ovalia (il mondo dell’ovale), e dunque anche con Vittorio Munari ci deve pur essere, invece il grosso ha un cognome da canale televisivo, Raimondi, anche se è sempre stato alla concorrenza. Il piccolo è di Padova, e si sente, invece il grosso è di Milano, e si vede. Il piccolo giocava da mediano di mischia o di apertura, poi ha aperto un’agenzia di viaggi, e alla base dei due ruoli c’è la stessa filosofia, quella di far viaggiare, nel primo caso il pallone e nel secondo i passeggeri, invece il grosso giocava da pilone e poi da giornalista, e qui sarebbe troppo lungo spiegare le filosofie dei due mestieri (di cui uno in via di estinzione). Il piccolo e il grosso: più Stanlio e Ollio che fratelli Abbagnale, sono le voci del rugby italiano, da Telepiù fino a Dmx attraverso Telecapodistria e Sky. Nel corso del tempo, cioè Coppe del mondo e Sei Nazioni, hanno sviluppato il gergo, regalato aforismi e neologismi, creato un dizionarietto. Ecco 15 voci per non andare in fuorigioco (vedi fuorigioco).

 

CASSAFORTE – È la mischia (vedi mischia) quando nasconde il possesso del pallone, lo custodisce come in un deposito blindato da arti e muscoli, decisa ad avanzare fino a depositarlo nell’area di meta avversaria. Energumeno ha un’origine nobile: fu Oscar Wilde a definire il rugby “una buona occasione per tenere 30 energumeni lontani dal centro della città”, dove energumeni è la tradizione di “bullies”.

 

CHIUSA – La posizione della mischia determina una suddivisione del campo: la parte (o il lato) aperta è quella più ampia, la parte (o il lato) chiuso quella più stretta, a volte così stretta da essere chiamata “cieca”.

 

FISARMONICA – Un tipo di difesa che si allarga e si restringe, si allunga e si accorcia, per esaltare il principio tattico e anche morale del rugby: uno sport (anche se infinitamente più valoroso di qualsiasi altro sport) che è mutuo soccorso, pronto intervento, 118 per due tempi da 40 (minuti) quasi effettivi.

 

FRANCESINA – Non si tratta di avvenente ragazza dalla personalità “champenois”, ma disperato tentativo di placcaggio compiuto allungando corpo, braccia, mani, falangi e unghie pur di fermare l’avversario lanciato con il pallone. Uno schiaffetto contro una valanga o un uragano. Eppure, a volte, funziona.

 

FUORIGIOCO – Trovarsi oltre la linea dettata dal pallone. “È in ritardo, in fuorigioco, un po’ come essere invitati a cena e presentarsi a colazione il giorno dopo”.

 

FURBA – La rimessa laterale (touche) si effettua, solitamente, sul secondo o sul quarto o sul sesto o sul settimo (e ultimo) saltatore (l’ottavo uomo di mischia è il tallonatore, qui destinato a lanciare il pallone nel corridoio formato dai due pacchetti degli uomini di mischia). Ma quando il tallonatore lancia sul primo uomo, quello a lui più vicino, solitamente impegnato a sollevare e sostenere il compagno dai pantaloncini o dalle fasce (una specie di giarrettiere preistoriche) sulle cosce, ecco “la furba”.

 

GERANI – “Questo, se gli cade dal davanzale del terzo piano una pianta di gerani, va giù a prenderla e la riceve: ha una velocità, una reattività incredibile”.

 

GRILLOTALPA – Il grillotalpa appartiene alla famiglia degli ortotteri. L’insetto adulto è lungo 4-5 centimetri, di colore rosso-bruno scuro, con antenne sottilissime e zampe anteriori robuste e denticolate, conduce vita sotterranea, scava tane e nidi e gallerie, assale e divora larve e vermi, teme toporagni, ricci e talpe, ma anche upupe e merli, è un lavoratore instancabile soprattutto di notte e quando è nuvoloso. Nel rugby il grillotalpa risale a Italia-Tonga 2003, quando Alessandro Troncon recuperò il pallone dopo un placcaggio, d’istinto, un’azione che nessuno aveva mai fatto, coraggiosa come quella di un guerriero che va a sabotare la linea avversaria. Stupiti e offesi, i tongani reagirono, e a Troncon rifilarono una botta memorabile (recordman di punti in faccia: totale in carriera, 167). Bisognava trovare un nome per il gran gesto: “Grillotalpa”.

 

MERENDINA – Le dimensioni del pallone nelle mani di qualche energumeno. “Cade la merendina all’orso Yoghi”. “Gli hanno messo prima il salvagente e poi il terzo è andato a togliergli la merendina”.

 

MISCHIA – “Quanto è bello il nostro sport quando tutti si raggruppano, otto contro otto, ammucchiati come le canottiere di una lavanderia”.

 


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MOTOSEGA – Le maniere forti (“boscaioli”, “dritto per dritto”). “La Scozia è come una grande orchestra, nella quale ogni tanto spunta fuori una motosega”. 

 

PILONI – I due giocatori laterali della prima linea. Grandi, grossi e... molto grossi. “Questo, quando è nato, la mamma non è andata all’anagrafe, è andata al catasto”. “Non c’è nulla da fare: i piloni non accettano mai di perdere. Il punteggio non dà loro soddisfazione, per loro il punteggio non esiste, hanno altri metodi per capire chi vince e chi perde”.

 

ROTOLINO – Eufemismo per un pilone canadese, poi esteso per simpatia ad altri colleghi di prima linea. “Questi, quando prendono l’aereo, pagano l’extra-bagaglio, non per le valigie, ma per il corpo”. Eufemismo per giocatore esperto: “Vecchia lenza”. Eufemismi per giocatori lanciati in meta: “Vola, vecchia lenza!”, “Vola, colomba bianca!”, “Vola, basettoni!”, “Vola, bussolato”, “Vola, vecchio cespuglio!”.

 

STORTA – Nelle rimesse laterali il pallone dovrebbe essere lanciato nel corridoio fra i due schieramenti. Un po’ di partigianeria è consentita, non quando è spudorata.

 

TRINCEA – Il rugby è la versione tacchettata della Prima guerra mondiale. “Gli argentini hanno piantato le tende, costruito le trincee e il muro, poi hanno messo dei pali aguzzi nelle trincee, e davanti alle trincee hanno messo chilometri di filo spinato, e davanti al filo spinato hanno scaricato tonnellate di puntine da disegno”.

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