Beppe Scienza (foto LaPresse)

Beppe Scienza, il segreto del Monopoli

Leo Lombardi

Grazie al tecnico la squadra pugliese ha iniziato a sognare la Serie B. Un obiettivo difficile, ma non impossibile

Una (quasi) omonimia che sarebbe stato un peccato lasciar cadere. Da Monopoly a Monopoli la differenza risiede in una lettera soltanto, il passo è stato breve e facile. E così, in estate, è stato stilato un accordo che ha fatto entrare il club pugliese nel mondo dei giochi da tavolo. Anzi, in uno dei giochi da tavolo per eccellenza, quello in cui ci si batte a colpi di investimenti edilizi tra Vicolo stretto e Parco della Vittoria. Una “edizione Monopoli” con il logo della società presente in una delle caselle e che il capitano della squadra biancoverde regala prima di ogni partita a quello avversario, insieme con il classico gagliardetto. Un abbinamento che ha portato fortuna, anche dove il gioco si fa tremendamente serio, come capita ogni volta in cui si ha a che fare con il pallone.

 

Oggi il Monopoli è lì dove quasi nessuno se lo aspettava, al terzo posto in piena zona playoff. Nell'ultimo turno si è preso anche la soddisfazione di andare a vincere in casa della Reggina capolista, riaprendo parzialmente i giochi del girone C, l'unico riuscito ad andare avanti in una Serie C spezzata dal coronavirus come neppure l'Italia durante la Seconda guerra mondiale: da una parte la Repubblica di Salò e affini, dall'altra quello che restava dei Savoia insieme con gli alleati angloamericani.

 

Il segreto del Monopoli si chiama Beppe Scienza, tanto granata da giocatore tra Reggiana e Torino e una carriera ondivaga in panchina, fatta di buoni risultati e clamorosi esoneri. In Puglia pareva aver trovato una sue dimensione, arrivato nel 2017-18 al posto di Massimiliano Tangorra e autore di un campionato diginitoso la stagione successiva. Nell'estate 2019 il divorzio, inatteso. Ma durato comunque pochi mesi. Il tempo per il Monopoli di perdere in trasferta con la Paganese alla seconda giornata di campionato e di ascoltare il tecnico Giorgio Roselli ragionare così: “Non mi riconosco in questa squadra, bisogna vedere se il problema sono io o qualcuno che non capisce”. Parole che Maurizio Sarri può permettersi alla Juventus, sicuro di salvaguardare il posto, ma che diventano una tentazione irresistibile altrove. Come a Monopoli, per l'appunto, dove il patron Onofrio Lopez - uno che da ragazzo andava a tifare nella curva della vicina Bari – adotta ragionamenti totalmente bianconeri: “Conta vincere, se il gioco viene tanto di guadagnato”.

 

Quella sconfitta segna il destino di Roselli, unitamente al ritorno di Scienza. Un tecnico che dà al presidente ciò che chiede (i risultati) e che crea un legame profondo con la squadra, il segreto del Monopoli. Lo si vede per come i giocatori agiscono sul campo e per come si muovono fuori, credendo in qualcosa che a Monopoli non hanno mai visto: la Serie B. Lo hanno scritto sulla t-shirt regalata a Scienza e indossata dal tecnico alla conferenza stampa prima del match con il Bari a inizio febbraio. Un motto, la scritta Bzona e il 5-5-5 come modulo, quello di riferimento per Oronzo Canà, l'allenatore del pallone interpretato da Lino Banfi, un punto di riferimento in Puglia. Un obiettivo difficile, ma non impossibile se il Monopoli saprà tenere questo ritmo. Soprattutto che era impensabile da chi, soltanto nel 2010, non si iscriveva alla Seconda divisione per il fallimento del club e ripartiva dalla Eccellenza pugliese.

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