Prima il calcio, ma ora a tremare sono le Olimpiadi. E l’idea di rinviare/perdere i Giochi è molto più devastante, da un un punto di vista sportivo, rispetto a quella del posticipo, deciso dall’Uefa, dell’Europeo di calcio al 2021. Perché al posto dell’Europeo, per dirigenti, calciatori, tifosi e perfino per i giornalisti, ci sarà comunque da divertirsi: la stagione estiva verrà riempita dai campionati e dalle Coppe – data probabile della finale Champions 27 giugno – e la perdita stimata per lo spostamento, tra i 200 e i 300 milioni, che esce dalla porta dell’Uefa, rientrerà dalla finestra delle Federazioni. Almeno questa è la decisione a cui dovrà arrivare una commissione nominata per far di conto: una tassazione equamente suddivisa tra le 55 federazioni, sulla base dei proventi dei diritti televisivi. Per la prima volta nella sua storia, cominciata nel 1960, un Europeo di calcio si giocherà in un anno dispari. E per la prima volta dal 1989 – quando chiuse i battenti il 25 giugno – un campionato di Serie A si spingerà così in là, anzi potrebbe anche sfondare il muro di luglio.
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