L'Uefa ha paura del campionato belga che chiude per coronavirus
In Belgio Federcalcio e Lega concordi nella decisione di concludere il campionato in anticipo e senza disputare i play-off scudetto: titolo assegnato al Club Brugge. Ceferin però minaccia l'esclusione dalle coppe europee
Paradossalmente la più contraria alla scelta era proprio la squadra che c'avrebbe guadagnato di più. Non che il Club Brugge si sia opposto o abbia alzato barricate ma quantomeno un timido tentativo di non far saltare tutto l'ha fatto. Una domanda sola: sicuri che non possiamo completare il campionato? Al no dei più anche i Blauw en Zwart si sono adeguati. Soprattutto dopo la presa di posizione del Waasland-Beveren, ultima in classifica ma ancora in lizza per la salvezza: non ha senso continuare, chiudiamola qui. Tutti d'accordo allora: l'ultima giornata della Jupiler Pro League, la serie A del Belgio, non si disputerà e così neppure i play-off scudetto. Il titolo è assegnato al Club Brugge per la sedicesima volta nella storia e tanti saluti al prossimo anno.
Il presidente della Federcalcio belga, Peter Croonen, nelle scorse settimane aveva più volte invitato le squadre professionistiche a riflettere sul futuro della stagione, sulla situazione in generale, invitandole a utilizzare il buon senso. Aveva detto ai presidenti che la federazione avrebbe accettato ogni decisione della Lega, purché fosse unanime. La risposta è arrivata ieri: si chiude qui. Era quello che Croonen voleva sentirsi dire. Perché “fermarsi è la scelta giusta, è la dimostrazione che il calcio belga non è un corpo estraneo alla società, ha ben chiaro cos'è socialmente desiderabile e logico. Il paese sta affrontando circostanze nelle quali il calcio in particolare e lo sport in generale non sono una priorità. Non siamo l'unico settore gravemente colpito dal coronavirus. Siamo quello che però può ripartire con meno difficoltà”.
Croonen ha parlato di “bagno di realtà”, di “scelta necessaria”. E non poteva essere altrimenti in un paese in cui si era deciso di rimandare a data da destinarsi Giro delle Fiandre e Liegi-Bastogne-Liegi, non solo due corse ciclistiche, ma eventi sacri rispettivamente per fiamminghi e valloni. Era stato il ministro dello Sport belga Ben Weyts ad annunciarlo, chiudendo con un “dobbiamo anche mostrare senso di responsabilità”. Lo stesso senso di responsabilità che ha usato il calcio. Sempre che la decisione venga ratificata il 15 aprile dal consiglio amministrativo della Lega.
La situazione in Belgio il 3 aprile 2020:
— David Carretta (@davcarretta) April 3, 2020
Casi: 16.770 (+1.422)
Decessi: 1.143 (+132)
Ricoverati: 5.552 (+578)
ICU: 1.205 (+61)
Dimessi: 2.872 (+377)
Test effettuati ieri: 3.972.
Tasso occupazione ICU: 55%. 1.055 letti disponibili
La decisione della Lega e della Federazione però, se ha trovato rammaricati plausi in Belgio, ha scatenato l'ira della Uefa. In una lettera inviata alle federazioni europee il presidente Aleksander Ceferin ha scritto: “Siamo convinti che il calcio sarà in grado di ricominciare nei prossimi mesi, rispettando le condizioni che saranno dettate dalle autorità pubbliche. Riteniamo inoltre che qualsiasi decisione di abbandonare le competizioni nazionali sia, in questa fase, prematura e non giustificata”. Per rendere chiaro il concetto ha sottolineato che “la Uefa si riserva il diritto di non ammettere i club” dei campionati che decideranno di non terminare la stagione “alle competizioni Uefa nel 2020-2021, in conformità con regolamenti applicabili”.
Sebbene il numero uno del massimo organismo calcistico europeo non faccia riferimento esplicito al caso belga è alla Federazione belga, e a chiunque la voglia seguire, che parla. L'Uefa infatti sa benissimo che la scelta di Croonen e dei club della Jupiler Pro League potrebbe avere effetti disastrosi per il calcio europeo. Se altre nazioni seguissero l'esempio di Bruxelles, l'intoccabilità del pallone verrebbe meno e si potrebbe mettere in discussione pure la conclusione delle coppe internazionali. Il che equivarrebbe a un danno economico mostruoso tra mancati ricavi e contratti di sponsorizzazione da ridefinire se non addirittura da annullare.
Degli oltre due miliardi di giro d'affari della Champions League, un terzo potrebbe essere a rischio. E se si considera che i proventi della massima competizione per club europei dovranno essere comunque, per norma, versati ai club, l'Uefa potrebbe ritrovarsi un buco di bilancio ancora maggiore. E questo non può e non deve accadere. Per questo “il senso di responsabilità” del calcio belga non può essere accettato. Covid-19 o meno.