il foglio sportivo – il ritratto di bonanza

Cartolina dal calcio che verrà

Alessandro Bonan

Sarà lo stesso di sempre, ma con un cambiamento radicale che ci riguarda da vicino: la prospettiva. Saremo noi a vederlo diverso

Ora che sta per tornare, si avvicina il convincimento che possa essere uguale a prima. Stessi undici giocatori, attacco, centrocampo, difesa: spiegandolo al contrario. Insomma nessuna grande sorpresa. Forse qualche cambiamento di regole, come un paio di sostituzioni in più ma niente di trascendentale. Il calcio che verrà sarà lo stesso di sempre, ma con un cambiamento radicale che ci riguarda da vicino: la prospettiva. Saremo noi a vederlo diverso, con occhi luccicanti di gratitudine o un sentimento opposto di rancore. C’è infatti chi non aspetta altro che rigustarsi una partita dal divano e chi si accanisce contro il privilegio dei calciatori di serie A, ritenuti una sorta di casta superiore a cui si danno soldi e tamponi, come se la crisi economica e sanitaria non li riguardasse affatto. Insomma la prospettiva cambia comunque, a prescindere dalle opinioni.

  

Avevamo lasciato il campionato in mezzo alle polemiche, tra stadi vuoti e altri pieni. Partite bloccate da una telefonata e poi cominciate come se fosse tutto normale. Mentre il mondo non capiva e ci prendeva in giro, giocando sui cliché del nostro paese, dove sopra una pizza ci puoi mettere la mozzarella ma anche un bello starnuto. Siamo diventati all’improvviso un terzo mondo da evitare, o in casi di estrema stupidità, da deridere. Piano piano hanno cominciato a tremarci le gambe, la febbre intanto saliva e i morti si facevano largo come zombie. Fino all’apocalisse, gli ospedali in coma e il cosiddetto lockdown, che tradotto significa confinamento. E all’interno di un recinto spinato tutto si è cristallizzato: il tempo, la noia, il senso di abbandono. La luce, come un’alba boreale fuori luogo, ha perduto la sua incostanza naturale rendendo le nostre giornate sempre uguali. Abbiamo fatto il possibile per trascendere la realtà sensibile, oltrepassandola con un pensiero miseramente ottimista. Qualcuno ha riso, molti hanno pianto.

 

Ora, in attesa di ulteriori riscontri sulla reazione del virus alla nostra ritrovata libertà, si avverte un forte desiderio di rinascita, tanto potente da sfiorare l’incoscienza. Il calcio, con la ripresa in Germania, il paese che sembra il cane del gregge, a qualcuno apparirà come una consolazione, ad altri una sciocca distrazione. Sarà come ognuno lo vorrà guardare, ma per una volta fateci dire, a noi sembrerà una cartolina spedita da un mondo sperduto. I fiori di un prato, un raggio di sole che si specchia nel mare, una nuvola bianca in mezzo al celeste, una montagna, un lago, una barca lontana. Lo spazio grandissimo che abbiamo per tanto tempo dimenticato.

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