Le cinque caratteristiche di Ringhio Gattuso che tutti vorremmo avere
La vittoria in Coppa Italia per l'allenatore del Napoli è stata la chiusura di un cerchio: il primo trofeo dopo anni di scelte forti e tanto pragmatismo
Ci sono cerchi che si chiudono. E non è solo il cerchio dei giocatori del Napoli attorno a lui a fine partita. Se prendiamo il calcio come un romanzo di formazione e crediamo ci sia una ricompensa per chi semina bene, acquisisce ancor più senso che Gattuso vinca finalmente il suo primo trofeo da allenatore, dopo anni di scelte forti, schiene dritte e fedeltà a se’ stesso. Ecco 5 spunti che arrivano dalla sua storia.
1. Cerca la sfida. Gattuso ha scelto Napoli in un momento in cui l’inerzia era completamente al ribasso. Il rischio di fine ciclo era nell’aria un po’ a tutti i livelli. Certo: è sempre più difficile dire no che sì alle opportunità. Ma prima di Napoli ha allenato in Grecia, in Svizzera, a Palermo con Zamparini, a Pisa con il cambio di proprietà e i giocatori non pagati, in un Milan in difficoltà.
Nell’emergenza Rino si esalta. Ha giocato con Totti e Del Piero, Kaka e Sheva, il suo abito mentale e’ sempre stato il bisogno della vibrazione che arriva dalla sfida al limite. Il suo movimento nasce dall’assenza di comfort. Da allenatore ha dimostrato di non vivere tutto ciò solo per se’, ma di saperlo trasmettere.
2. Sii chiaro. Rino da l’impressione di conoscere bene se stesso, i suoi pregi, i suoi limiti, quel che vuole. Ha una chiara visione di come si vede e come vede la sua squadra. La visualizzazione nitida rende più semplice e immediata l’azione.
3. Scommetti contro il consenso e sii giusto. Gattuso è uno che vorresti sempre intervistare: anticonvenzionale, originale, libero. Come il suo look: jeans, maglia e giacca scura. Come un fumetto: sempre uguale a se stesso. Sempre convinto delle sue idee, anche quando questo significa essere scomodi o lanciare messaggi chiari alla società. Eppure di momenti di difficoltà ne ha vissuti, eccome. Pensate solo alla pressione che aveva nei periodi duri al Milan, quando aveva portato al massimo una squadra che poi si è rivelata con tutti i suoi limiti dopo di lui. Ogni momento in cui ha rifiutato la pigrizia di omologarsi è stata una semina per essere unico nel suo genere. Non il migliore: fedele a se stesso.
(foto LaPresse)
4. Trova soluzioni pragmatiche per il presente. Arrivato a Napoli, Gattuso non ha fatto per dire la scelta che Thiago Motta ha fatto a Genova. Non ha investito su un’idea teorica e con semina alla lunghissima. Conosce i tempi del calcio e ha cercato la strada per raddrizzare tutto il prima possibile. Ha capito uomini e caratteristiche tecniche ed è arrivato a vincere una Coppa. Ha difeso duro, quando c’era da farlo. Atletico Madrid e Leicester sono altri due esempi di scelte pragmatiche nella storia recente del calcio.
5. Sia chiara la differenza tra politica interna e politica estera. Non crediate che ogni tanto non sia duro e spigoloso per tenere alta tensione e motivazione dei suoi. Ma sa distinguere cosa dire nello spogliatoio e cosa ai microfoni. Senza apparire mai di plastica. Sa comunicare, anche per se’ e per la sua immagine. Spesso sentendolo parlare si vorrebbe che i politici italiani parlassero e si muovessero come lui.
Riassumendo:
-cerca la sfida
-sii chiaro
-scommetti contro il consenso (se serve) e sii giusto
-trova soluzioni pragmatiche per il presente
-identifica politica interna e estera.
Come dice lui, se nasci tondo non puoi morire quadrato. Se lo sai, puoi chiudere i cerchi.
Il Foglio sportivo - In corpore sano