il foglio sportivo – il ritratto di bonanza
Il calcio libero di Klopp e Gasp
Liverpool e Atalanta sono il bello di questo sport, perché ti fanno vivere spensierati un gioco che molti allenatori si ostinano a infilare dentro architetture tristi come certi condomini di periferia
Il calcio verticale del Liverpool campione d’Inghilterra e quello arrembante dell’Atalanta. Due modi molto vicini di giocare nei quali il campo si inclina, l’azione va in discesa e tutto rotola verso la porta avversaria. Al determinismo di Klopp risponde Gasperini, meno orientato sulla filosofia ma comunque, come il tedesco, parecchio ispirato dal passato e soprattutto dal famoso calcio totale olandese, inventato da Rinus Michels a fine anni Sessanta. La storia è ben nota ma oggi si ripete in maniera simile. La interscambiabilità dei ruoli fu l’essenza dell’Ajax e della Nazionale Orange. Cruijff poteva muoversi da centravanti, spostarsi all’ala, in mezzo, dietro in difesa, esattamente come si comporta Gomez tra i bergamaschi. Klopp a tratti fa salire i terzini e arretrare gli attaccanti, favorendo buchi offensivi nei quali si inseriscono i centrocampisti. Rispetto agli olandesi vintage, il Liverpool sfrutta di più il contropiede con una squadra lunga e verticale, e la stessa cosa si può dire per l’Atalanta. La grande Olanda introdusse la tattica del fuorigioco con un movimento compulsivo in avanti della difesa, non ancora esattamente in linea come lo sarà negli anni successivi nel Milan di Arrigo Sacchi. Liverpool e Atalanta marcano a uomo nella zona, e vanno alla costante ricerca del duello, di ciò che viene comunemente chiamato “uno contro uno”. Come gli undici di Rinus Michels, le squadre di Klopp e Gasperini esasperano il concetto di spinta. In pratica non arretrano mai e, persa la palla, aggrediscono subito per riconquistarla, effettuando delle mini ripartenze a gruppi di tre e a volte quattro giocatori. Ciò provoca un effetto che alla lunga risulta vincente, scardinando ogni tattica avversaria con la modifica costante, stile improvvisazione jazz, del ritmo della gara. Il calcio di Liverpool e Atalanta è infatti come una musica dove il basso e la batteria cambiano all’improvviso il tempo modificando il senso complessivo dell’arrangiamento. Per questo motivo capita spesso di non riuscire a decifrare il gioco delle due squadre nella sua sintesi (è attacco, difesa, contropiede?), cosa che determina l’affanno degli avversari che non riescono a trovare il punto debole, perché se questo esiste, si mimetizza come un geco. Il resto lo fa la tecnica eccezionale degli interpreti. Un attacco stellare con Firmino, Salah, Manè, Ilicic, Zapata, Gomez e tutti gli altri. Difficile rimanere appassiti di fronte a tanto divertimento. Sono loro il bello del calcio, perché ti fanno vivere spensierati un gioco che molti allenatori si ostinano a infilare dentro architetture tristi come certi condomini di periferia. Klopp e Gasperini, insieme a Michels tanti anni fa, al posto dei progetti hanno messo il cuore. Il loro calcio è come il disegno di un bambino: la sua bellezza sta nella libertà dell’espressione.