Muriel non è più un incompiuto
Per Gasperini l'attaccante colombiano è un "titolare da vantaggio". Dei 15 gol segnati in Serie A quest'anno, gli ultimi due ieri contro l'Udinese, nove li ha realizzati da subentrato
Una ripartenza impressionante, quella dell'Atalanta. Mentre molte squadre di serie A corricchiano, talvolta passeggiano, strette tra la pesantezza del passo e l'oppressione dell'afa estiva, quelli in maglia nerazzurra vanno su e giù per il campo come ossessi. Quasi che la sosta forzata del campionato fosse servita a ricaricare le pile, anziché a perdere le misure dell'impegno agonistico. Un discorso con una sua logica, conoscendo il (faticoso) metodo di lavoro di Gian Piero Gasperini, temutissimo dai giocatori nei ritiri estivi, ma con effetti benefici sul terreno di gioco. E all'Atalanta le sedute atletiche sono ricominciate subito, una volta ricevuto il via libera alla ripresa dell'attività dopo i mille tentennamenti ministeriali. L'unico a non accorgersene è stato Zdenek Zeman, andato a buttarla in caciara qualche giorno fa: “Stranamente l'Atalanta sta correndo molto: dico stranamente perché non pensavo che avessero molto tempo per lavorare con i problemi che c'erano a Bergamo”. Frase quantomai curiosa andando con la memoria ai gradoni che hanno reso famoso il boemo e all'atletismo delle sue squadre.
Parole che non scalfiscono quanto fatto in tre turni di campionato: tre successi, con la rimonta spettacolare contro la Lazio, e dieci gol realizzati. Un bottino che fa salire l'Atalanta a quota 80 gol in 28 partite, seconda per media-gol in Europa soltanto al Bayern Monaco (2.93 contro 2.94) e con la prospettiva di raggiungere le 100 reti dei campioni di Germania. Una serie in cui una grossa mano l'ha data Luis Muriel, la riserva più prolifica del nostro campionato. Con la doppietta all'Udinese il colombiano è arrivato a 15 gol, di cui ben 9 segnati da subentrato: un primato da quando si assegnano i tre punti a vittoria, per una media di un centro ogni 67 minuti. Quello di alternativa a Duvan Zapata è un ruolo che Muriel vive con il sorriso sulle labbra. In altri tempi gli sarebbe capitato di deprimersi, a Bergamo questo non succede per la fiducia smisurata che Gasperini ha in lui. “È un titolare da vantaggio”, la definizione dell'allenatore, perché Muriel è uno che mette in ghiaccio le partite quando si possono sfruttare gli ampi spazi concessi da chi insegue un pareggio.
Sarebbe però limitativo rinchiuderlo dentro questa definizione, perché parliamo di un attaccante dall'ottima tecnica. Basta andare a vedere le due reti dell'ultima giornata: prima una punizione su cui dovrebbe prendere appunti Cristiano Ronaldo, quindi una conclusione spettacolare dal limite. Il tiro che Gasperini non vuole vedere ma che è peccato grave non provare quando si hanno le qualità per farlo. E le qualità di Muriel erano emerse fin da giovanissimo, quando l'Udinese lo prese nel 2010 dal Deportivo Calì. Lo paragonavano a CR7, per l'appunto, per la velocità di base e per la capacità di gestire il pallone. La fragilità fisica (la frattura al femore e i guai muscolari al ritorno in Friuli nel 2012) e quella psicologica lo hanno fatto annoverare a lungo tra i giocatori inespressi. Per questo sono apparsi un po' fuori mercato i 15 milioni spesi la scorsa estate dall'Atalanta per acquistarlo dal Siviglia. Ma la determinazione di Gasperini è andata anche oltre l'ennesimo infortunio (una lesione al collaterale sinistro) che ha tenuto fuori causa l'attaccante. In nerazzurro Muriel ha saputo mettersi al servizio della squadra, convinto anche da un allenatore che lo vede più prima punta che esterno, come da molti è sempre stato considerato. Un centravanti che fa la differenza quando gli altri alzano bandiera bianca. E la capacità di “ammazzare” le partite è ciò che differenzia una provinciale da una big. Quella che si sta apprestando a diventare l'Atalanta, lanciata verso la seconda qualificazione consecutiva in una Champions League di cui promette di essere una variabile impazzita nell'edizione che deve ancora concludersi.