Pretendiamo troppo dagli atleti? In un illuminante pezzo di appena sedici pagine incastonato al centro di Considera l’aragosta, intitolato Come Tracy Austin mi ha spezzato il cuore, la buonanima di David Foster Wallace si stupiva di quanto fosse noiosa e vuota l’autobiografia della ragazzina prodigio Tracy Austin, a fronte di una carriera da tennista fulminante e tragica, spezzata dagli infortuni a soli ventuno anni, e quindi meritevole di una prosa altrettanto avvincente. E invece quel libro era una vera ciofeca: melensa, autocelebrativa e per nulla interessante da un punto di vista drammaturgico, tanto che Wallace dubitava che la giovane Tracy fosse realmente un essere senziente, e alla fine concludeva che la vacuità mentale di questi grandi atleti dovesse essere il naturale contrappeso del loro talento atletico sovrumano.
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