Quando si avvicinava il Gran Premio d’Italia, Enzo Ferrari diventava intrattabile. Cominciava a pensarci mesi prima, come ricorda suo figlio Piero: “Monza si corre a settembre e mio padre incominciava ad aprile maggio a chiedere: per Monza che motore abbiamo? Che cosa facciamo di speciale per Monza? Investiva sempre per il GP d’Italia, era la gara in cui voleva dimostrare di essere competitivo e voleva cercare di vincere”. Per Enzo Ferrari, va ricordato, il secondo era il primo degli ultimi. Per la Ferrari che a Monza correrà il 999° Gran Premio della sua storia, un secondo posto oggi come oggi è un miraggio tale e quale a una vittoria. Non basteranno gli assetti studiati per una pista in cui si sfioreranno i 360 orari e il divieto di usare il “party mode”, ossia le mappature speciali da qualifica, per riportarla in vita.
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