Cosa succede di solito alla fine di una partita NFL? I giocatori delle due squadre si salutano in mezzo al campo, con lo sfondo, sugli spalti, delle poche migliaia di persone che non siano già in fuga verso il parcheggio. Giovedì sera, per la partita inaugurale, tra i campioni Kansas City Chiefs e gli Houston Texans, questa scena si è invece vista all’inizio: benvenuti nel mondo alla rovescia, benvenuti alla stagione NFL numero 101, la più anomala e controversa che si ricordi. I giocatori del resto non si salutavano ma si apprestavano a schierarsi, a braccia intrecciate l’uno con l’altro, per una manifestazione di unità contro il razzismo sulla scia delle rivendicazioni del movimento Black Lives Matter. E il pubblico? In parte cospicua contestava, con i ‘buuu’ di frustrazione di chi voleva solo vedere una partita e ne ha forse fin sopra i capelli del martellamento di slogan, magliette, promo, #hashtag, nomi e cognomi ripetuti all’infinito e scritti pure sul retro dei caschi, a scelta dei giocatori: le vittime della polizia, naturalmente non tutte (nel 2020, finora, 242 bianchi, 123 afroamericani, 80 ispanici e 201 ‘non specificati’) ma solo quelle utili alla causa. Il poco pubblico era una conseguenza del Covid: i Chiefs, che di solito ospitano 72.236 spettatori (che qualche anno fa, con 142 decibel, hanno stabilito il record mondiale di tifo), hanno potuto farne entrare solo 16.000, il 22 per cento.
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