Due avvocati ci spiegano il caso dell’attaccante uruguaiano che voleva farsi anche italiano, la posizione della Juventus e le possibili decisioni della Figc. Il caso dell'esame del calciatore spiegato senza intercettazioni
Quel pasticciaccio brutto di piazza Braccio Fortebraccio. È questa la sede dell’università per stranieri di Perugia dove lo scorso 17 settembre l’attaccante uruguaiano del Barcellona, Luis Alberto Suárez Díaz, ha sostenuto l’esame di italiano per conseguire il certificato B1 che sarebbe stato propedeutico all’ottenimento della cittadinanza italiana (procedura attivata più di un anno fa dall’entourage del giocatore al Consolato generale italiano della città catalana, grazie alle origini della moglie) e a trasformare il suo status di calciatore, da extra a comunitario; condizione che non ha inciso nel suo passaggio all’Atletico Madrid.
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