Si può fare gol anche senza bucare il portiere avversario. Si può far felice la gente anche senza segnare una doppietta nel derby. Perché se il calcio è vita, talvolta c’è vita grazie al calcio. E, in certi casi, non si dovrebbe mai smettere di esultare. Basta saper individuare gli strumenti giusti per diventare protagonisti senza gli scarpini ai piedi; basta far contare più la testa, e il cuore, delle gambe. La forza vita che il calcio racchiude nel suo non essere solo uno sport viene spesso sottovalutata, addirittura derisa, anche se il cambiamento di umore di un persona, pardon di un tifoso, a seconda del risultato della squadra del cuore dovrebbe/potrebbe aiutare a comprendere. Si campa bene o male per una vittoria o per una sconfitta, giusto? grazie al calcio, però, talvolta si riesce semplicemente a vivere. Vivere punto e basta. E, a conferma, ti arrivano in faccia storie che ti ricordano che il pallone, in realtà, non è soltanto un pezzo rotondo di una plastica strana che rimbalza autonomo qua e là sul terreno di gioco, ma che, se usato bene, può diventare anche un messaggio, uno strumento di speranza. Anzi, di vita.
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