Non c’è azione di Carlos França, pensiero o esperienza che non abbia dentro quella parola: “Dio”. E neanche quando parla di ciò che è solo materia e carne – quel fisico perfetto che si porta dietro, con due gambe che galoppano verso i 41 anni ma hanno ancora voglia di giocare a calcio e vincere – si può escludere che tutto abbia una dimensione trascendentale, e il suo stesso corpo non sia un dono ricevuto dal cielo. È la sua stessa storia a testimoniarlo.
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