C'era il Carlo Pedersoli che vinceva nuotando a rana e poi a stile libero, il centro boa della pallanuoto, il rugbista invernale in mancanza di piscine coperte. Poi arrivò il cinema
“Nella vita ho fatto tutti gli sport, tranne il ballerino d’opera e il fantino d’ippica, per ovvie ragioni di peso”. Più volte Bud Spencer ha riassunto così la prima parte della sua vita, quella senza cinema, quella in cui era Carlo Perdersoli e quella carriera da attore che lo avrebbe reso immortale era ancora lontana, tanto da non essere neanche mai entrata nei suoi pensieri. Carlo Pedersoli fino ai 30 anni non aveva mai immaginato di fare cinema e solo i giri strani di cui si compone la vita fecero sì che un giorno un produttore si ricordasse di lui e del suo fisico da nuotatore forte e possente, ideale per un personaggio di un film a cui stava lavorando. E si ricordò di lui perché Pedersoli è stato tra i più grandi nuotatori della sua generazione, in un’epoca in cui questo genere di sport erano ancora anni luce lontani dal professionismo e vivevano quindi della più pura passione. In un paio di decenni di carriera, Bud Spencer fu Carlo è stato capace di vincere 11 campionati italiani, di partecipare a due Olimpiadi, ai Giochi del Mediterraneo, a Europei e Mondiali, oltre a dilettarsi con successo nel rugby, nella pallanuoto e nella box. Una polisportività figlia di quel fuoco interiore che lo ha spinto a sfidare sempre i proprio limiti, nello sport come nella vita.
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