Tra un arbitro che si corregge cinque volte riguardando l’azione al monitor e uno che si mostra sicurissimo delle sue (sbagliate) decisioni in campo, è preferibile il primo. È in questo concetto, spiegato domenica scorsa a Sky Sport dal designatore Nicola Rizzoli, che si traduce la valutazione del momento no dei fischietti italiani alle prese con l’ennesimo cambio regolamentare del Var, passato dal segnalare rigorini e falletti come constatato durante la scorsa stagione al lasciar correre errori marchiani in questa. Ne abbiamo viste di tutti i colori ed è legittimo che né gli addetti ai lavori né i semplici appassionati ci capiscano più nulla.
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