C’è un’Italia che si muove, quella che ha firmato il manifesto dello sport promosso da Mauro Berruto e Fabio Pagliara con 13 azioni per salvare il movimento dalla pandemia. Ma purtroppo c’è anche un’Italia più impegnata a litigare o a chiedere soldi al governo che a programmare. D’altra parte, quando hai l’acqua alla gola è normale provare a sbracciare per recuperare un po’ d’aria, piuttosto che pensare su quale spiaggia stendersi a prendere il sole. Calcio, basket, volley, per citare solo i primi tre sport di squadra, rischiano di veder sparire molte società con tutte le conseguenze che ne possono derivare per l’attività giovanile. Se ne è parlato anche in Consiglio dei ministri, e le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli (“Credo siano necessari degli interventi di sostegno economico perché dobbiamo ricordarci quante persone lavorano, oltre a chi va in campo, in queste società”) hanno però fatto arrabbiare gli esclusi, come la Lega di Serie B che si sente terra di nessuno, lontana dalla ricchezza (presunta) della Lega di A e dalla santa alleanza della Lega Pro con basket, calcio e atletica.
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