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Setteperuno

La mezza maratona più veloce del mondo e il Mondo dell'asta

Marco Pastonesi

Kibiwott Kandie ha stabilito il nuovo record mondiale sui 21,097 chilometri a Valencia. Armand Duplantis, dopo aver superato Sergei Bubka, è stato eletto atleta mondiale dell'anno

Una domenica in bianco e nero, ieri, nell’atletica. Il nero è Kibiwott Kandie. Ventiquattro anni e il passaporto kenyano. Nella mezza maratona di Valencia (21,097 km) ha stabilito il nuovo record del mondo: 57’32”, abbattendo il primato personale di 1’06” e quello assoluto di 29” (apparteneva a un altro kenyano, Geoffrey Kamworor). Le condizioni erano favorevoli: la temperatura (10 gradi), il clima (asciutto), il percorso (piatto). In più, l’effetto – ma qui ci vorrebbero esperti imparziali – di speciali scarpe con piastre di carbonio e un tacco ultrarinforzato. Valencia si è dimostrata propizia: anche il secondo (l’ugandese Jocob Kiplimo con 57’37”), il terzo (il kenyano Rhonek Kipruto con 57’49”) e il quarto (il kenyano Alexander Mutiso con 57’59”) sono scesi sotto la soglia dei 58’ e sotto il precedente record mondiale. Il ritmo è stato sempre altissimo: 13’37” sui 5mila, 27’25” sui 10mila. Cifre. Aride, asciutte, ma utili per misurare, calibrare. E altre cifre strabilianti nella maratona, maschile e femminile.

   

Kandie è il quarto di cinque fratelli e tre sorelle. Viene da Eldame Ravine, una città nella contea di Baringo, poche miglia a nord dell’Equatore, 45mila abitanti, ma il più recente censimento risale a oltre 10 anni fa. L’altitudine – non sembra dalle immagini via satellite, perché è un altopiano – è di oltre 2.100 metri, perfetta per ispessire il sangue e moltiplicare la resistenza, geneticamente. Il nome della città è metà inglese (Ravine: burrone) e metà masai (Eldama: gola, canyon). Fu costruita dai nubiani sotto l’Impero britannico. Centro per il legname, ai tempi del colonialismo, agricoltura e coltivazione di rose, adesso. E residenza di Jomo Kenyatta, il primo presidente del Kenya indipendente dal 1964 al 1978. Si racconta che Kandie, fin da piccolo, amasse correre. E’ un destino, a questa latitudine, ma solo nel 2017 ha potuto cominciare a gareggiare. Ventuno anni: un’età in cui molti, in Italia, hanno già smesso di farlo. Poi è stato scoperto e valorizzato da Gianni Demadonna, trentino, fondista e ora agente nell’atletica: ha riconosciuto l’istinto della corsa e intuito i margini di miglioramento, e lo ha ingaggiato nel suo gruppo. Il primo del mondo ha fruttato a Kandie un assegno da 70mila euro. Felicità, le prime dichiarazioni.

  

Il bianco è Armand Duplantis. Ventuno anni e passaporto svedese, anche se nato e cresciuto a Lafayette, Louisiana, Stati Uniti. La federazione internazionale di atletica leggera lo ha eletto atleta dell’anno. Duplantis è il salto con l’asta. Sembrava impossibile usurpare questa identificazione: Sergei Bubka aveva alzato l’asta e l’asticella a cifre ritenute irraggiungibili. Non per “Mondo”, lo chiamano tutti così a prescindere dal significato in italiano: 6,15. Come dna era messo bene: papà Greg statunitense, saltatore con l’asta, 5,80, mamma Helena Hedlund, svedese, eptatleta e pallavolista. Lui, “Mondo”, sport, tutto quello che c’era da fare, provare, divertirsi. Anche nell’atletica: corsa, lungo e asta. Poi, tra baseball e atletica, pare che sia stato convinto da una canzone degli Eagles, “Take It to the Limit”, “sai che sono sempre stato un sognatore (ho passato la mia vita correndoci intorno), ed è così difficile cambiare, non sembra possibile sistemarsi, ma i sogni fatti recentemente continuano a emergere, consumarsi e rigirarsi allo stesso modo, così mettimi su un’autostrada, dammi un segnale, portami al limite ancora un’altra volta”. Tant’è che oggi, quando la maggior parte dei concorrenti si rimette la tuta perché ha già finito la propria gara, lui si toglie la tuta e comincia a scaldarsi, a stabilire la rincorsa, a scegliere l’attrezzo.

  

“Mondo” è semplice, simpatico, allegro. E’ un vagabondo delle stelle, un po’ perché ci abita, più di tutti i terrestri, e un po’ perché vive fra aerei e alberghi, stadi e pedane, portandosi dietro e poi usando quei trampolini mobili per salire e saltare, scavalcare e superare. Sarà anche un simbolo delle difficoltà umane quotidiane, ma quanta arte e, come per Kandie, quanta leggerezza, quanta felicità.

  

Un fine settimana di "altri sport"

  

Basket: Olimpia Milano, in difficoltà in Europa (sconfitta interna con il Panathinakos Atene), a punteggio pieno in Italia (vittoria esterna a Varese).

 

Pallavolo: avanti Perugia, che supera Piacenza, diretta dall’ex Lorenzo Bernardi, e Civitanova, che rischia a Ravenna.

 

Rugby: la prima Autumn Nations Cup all’Inghilterra, 22-19 alla Francia nel primo tempo supplementare con un calcio di Owen Farrell. Italia, cinque partite e cinque sconfitte, l’ultima con il Galles.

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