I primi calci al pallone a otto anni. Poi la trattativa con la Juve che sua madre provò a sabotare. La città in pellegrinaggio sotto casa dei suoi genitori la sera della tripletta al Brasile. Il ricordo di Vieri e Diamanti, gli altri gioielli locali cresciuti all'ombra di Pablito
Chi c’era, quell’estate del 1982 a Prato se la ricorda benissimo. A un certo punto iniziarono dei pellegrinaggi spontanei in via Bologna, una processione di motorini cominciò a rendere omaggio sotto casa dei genitori di Paolo Rossi, Amelia Ivana e Vittorio, proprio mentre il figliol prodigo con una tripletta contro il Brasile mandava in visibilio tutto il paese. Clacson e musica, cori e striscioni. La scintilla scattò quella sera, il 5 luglio 1982, partendo dall’Estadio de Sarriá a Barcellona fino ad arrivare sul tetto del mondo. A Prato il quartiere di Pablito è il Santa Lucia, quadrante nord della città, e il suo campo è sempre stato quello dove ha tirato i primi calci, a poche centinaia di metri da casa, poi intitolato a suo papà, Vittorio Rossi, ex ala destra del Prato.
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