Il Foglio sportivo - storie di storie
Allenarsi con i racconti
Nei mesi estivi si concentreranno due degli eventi sportivi più amati: gli Europei di calcio e i Giochi Olimpici. Serve affidarsi alle multidisciplinarietà, perfino nel ruolo di tifosi. Ecco venticinque storie che mettono al centro lo sport e lo trattano, una volta tanto, come bene intellettualmente essenziale
Incomincia un anno pieno di speranze, di aspettative e, ci vogliamo credere, denso di sport. Nei mesi estivi si concentreranno due degli eventi sportivi più amati: gli Europei di calcio e i Giochi Olimpici e, se tutto andasse come dovrebbe, i tre mesi più caldi dell’anno potrebbero rappresentare, davvero, la fine del tunnel pandemico e moltiplicare per cento le emozioni di queste due straordinarie kermesse sportive. Alleniamoci alla multidisciplinarietà allora, perfino nel ruolo di tifosi, con venticinque racconti brevi che mettono al centro lo sport e lo trattano, una volta tanto, come bene intellettualmente essenziale. I primi tredici racconti hanno al centro il calcio, anzi, per la precisione, un grande protagonista dello sport più amato sul pianeta e sono raccolti a cura di Marco Ottaviano in Per segnare bisogna tirare in porta. Tredici storie per tredici calciatori (Edizioni Spartaco, 2010). Gli autori di questi racconti brevi sono scrittori, giornalisti, artisti, personaggi televisivi e radiofonici, chiamati a scegliere un grande calciatore capace di aver cambiato, almeno un po’, la propria vita. Così Sergio Ferrentino, regista e conduttore di radiodrammi ci racconta di Dino Zoff che diventa “Odinoooooo” (crasi che mescola un’invocazione con un dio nordico), Paolo Pasi, giornalista e compositore, scrive di Gianni Rivera, il suo primo calciatore a colori e il critico cinematografico Steve Dalla Casa ci proietta nella Torino del 1969 quando, fra ciclostilati e cortei, lui sedicenne guarda esordire in serie A uno sconosciuto Paolo Pulici, destinato a diventare il totem di ogni tifoso granata post Grande Torino. E ancora: Agostino Di Bartolomei, Alexi Lalas, l’eroe per un giorno Sergio Volpi, Lavezzi, Mancini, Valentino e Sandro Mazzola, Maradona, Boninsegna, Guardiola, tutti in campo a ispirare autori che, della produzione narrativa, hanno già fatto un mestiere.
Gli altri dodici racconti, invece, sono contenuti, a cura di effe – Periodico di altre narratività, in Per rabbia o per amore. Lo sport in dodici racconti (66th and 2nd, 2020) ma, in questo caso, gli autori sono tutti giovani e talentuose nuove voci di quella narrazione sportiva che, finalmente, anche nel nostro paese sta assumendo la dignità di genere letterario. Talenti, insomma, che fra fiction e flussi di coscienza, raccontano di un pugile con sei mani in un futuro distopico, vecchi e rivoltosi giocatori di bocce o un’insegnante di nuoto sincronizzato che attraversa lo Stretto di Messina. Vi segnalo due di questi promettenti autori che vale la pena leggere oggi e che mi auguro possano insistere, nelle loro future carriere, sul romanzo e sulla narrazione sportiva. Il primo si chiama Maurizio Amendola, autore di un meraviglioso racconto sulla storia di Cecchino Romanoni, tennista disertore ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, “il più bel rovescio italiano degli anni Quaranta”. L’altro si chiama Alessandro Gazzi, centrocampista di sostanza e con oltre 200 presenze in serie A con Reggina, Siena, Bari, Torino e Palermo e oggi in forza all’Alessandria. Calciatore professionista e con un vero talento per la scrittura: leggete il suo Dieci minuti, racconto in prima persona dall’ottantesimo in poi di un Bari-Salernitana del 2009 e, ne sono abbastanza certo, cambierete il modo di guardare il calcio!