Foto LaPresse

Setteperuno

Il fascino della rimonta. Sandro Simonet e gli altri

Marco Pastonesi

Lo sciatore svizzero a Chamonix ha rimontato ventisette posizioni nella seconda manche dello slalom speciale di Coppa del Mondo. Ultimo capitolo di una lunga storia di risalite che unisce tutti gli sport

Chamonix, Francia. Ieri. Slalom speciale di Coppa del mondo. Alla fine della prima manche lo svizzero Sandro Simonet, dorsale 35, si qualifica con il trentesimo e ultimo tempo. Alla fine della seconda manche risale fino al terzo posto. La più grande rimonta nella storia non solo dello slalom speciale, ma dello sci alpino. Ventisette posizioni guadagnate, recuperate, riconquistate. Un primato condiviso con lo slalomista svedese Mattias Hargin a Zagabria nel 2011 e con i gigantisti Daniela Merighetti, italiana, ad Are nel 2003, e Gauthier de Tessières de Blanzac, francese, in Val d’Isère nel 2008.

   

 Foto LaPresse  
    

Le chiamano imprese o miracoli. Salire su un ascensore che dall’inferno recapita direttamente al paradiso, che dal patibolo eleva magicamente al trono, che dagli abissi proietta prodigiosamente nell’Olimpo. Come successe, a tappe forzate, per Gino Bartali al Tour de France del 1948. Alfredo Binda, c.t. dell’Italia (partecipavano le squadre nazionali), si raccomandò: “Va’ piano, fagli credere che sei vecchio”. Aveva 34 anni, Ginettaccio, e non lo ascoltò: vinse subito la prima tappa. Poi disavventure e crisi lo retrocessero al ventottesimo posto a oltre 21 minuti da Louison Bobet, la Francia in bicicletta. Poi i Pirenei. Bartali sentì venti di guerra, annusò aria di battaglia, seguì richiami di foresta. A Lourdes, dopo l’arrampicata sull’Aubisque, il primo squillo vincente. Ma con Bobet a ruota. A Tolosa, dopo le ascensioni su Tourmalet, Aspin, Peyresourd e Ares, la seconda zampata leonina. Ma con Bobet alle calcagna. A Cannes, la riscossa di Bobet, e Bartali ricacciato a 21’28”. Sembrava tutto compromesso. Invece ecco, finalmente, le Alpi. Bartali amava le ferrate, meglio se sterrate, in bicicletta. Era un sestogradista a pedali. A Briançon, scalando Allos, Vars e Izoard, annientò la concorrenza e risorse fino al secondo posto nella generale, a 66 secondi da Bobet. Il giorno dopo, a Aix-les-Bains, dopo essersi issato su Galibier, Croix de Fer, Porte, Cucheron e Granier, s’impadronì della maglia gialla. Che avrebbe indossato, sempre più gialla, sempre più sua, fino a Parigi. Dietro di lui, il vuoto: Brik Schotte, belga, a più di 26 minuti, e Bobet quarto, devastato, a più di 32.

   

Il calcio vanta un patrimonio di rimonte, incredibili e avvilenti, meravigliose e drammatiche, dipende dai punti di vista. I sostenitori del Liverpool ricordano quella notte ad Anfeld, nella Champions League 2018-2019, quando i Reds resuscitarono dal 3-0 subito dal Barcellona al Camp Nou fino al 4-0 impartito nello stadio dove gli uomini di Jurgen Klopp non camminarono da soli. Ma ogni squadra celebra la sua storica rimonta, in una sola partita oppure, partita dopo partita, in un intero campionato, come successe alla Reggina. Serie A, stagione 2006-2007. La squadra diretta da Walter Mazzarri, precipitata a -15 per punizione (l’inchiesta sulle scommesse battezzata Calciopoli, poi ci fu uno sconto misericordioso a -11), collezionò la bellezza di 51 punti raggiungendo una salvezza che pareva impossibile.

   

Nella pallanuoto si celebra la rimonta del Settebello contro la Spagna, una rivalità sempre viva e mai annacquata. Era il match d’esordio del torneo olimpico a Rio de Janeiro 2016. Nel quarto tempo, sotto 8-6, gli azzurri, con gli uomini contati per espulsioni e infortuni, in un minuto segnarono la bellezza di tre reti e ribaltarono la storia: 9-8. Da quell’avventura l’Italia si arricchì di autostima e concluse con una medaglia di bronzo, la Spagna finì esclusa ai quarti, battuta dalla Serbia che avrebbe vinto il titolo.

  

Specialisti di sorpassi anche gli All Blacks. Si dice che, poco abituati a giocarsela alla pari, i sacerdoti del rugby neozelandesi non riescano a gestire lo stress del punto a punto. Ma quando vengono rapiti dall’ispirazione, diventano implaccabili. Come nel 2013, quando sotto 19-0 a Dublino, si riportarono in partita. A 30” dal termine i padroni di casa nella metà campo avversaria persero il possesso dell'ovale: punizione che il capitano TuttoNero Richie McCaw giocò rapidamente, innescando un ultimo attacco. Era l’ottantesimo, ma l’arbitro, il gallese Nigel Owens, poteva fischiare la fine solo al termine dell’azione: e l’azione finì due minuti dopo, quando Ryan Crotty si tuffò in meta. Punteggio: 22-22, ma con il calciatore neozelandese Aaron Cruden alla piazzola per i due punti della trasformazione. Cruden calciò fuori, però gli irlandesi avevano disturbato irregolarmente l’esecuzione del calcio e Owens ordinò la ripetizione. Stavolta Cruden centrò i pali: 24-22. E che dire di quella partita, valida per la Bledisloe Cup 2017, quando gli All Blacks, sotto 17-0, batterono i Wallabies australiani 35-29. E che dire di quell’altra partita, contro l’Inghilterra a Twickenham nel 2018, quando i TuttiNeri risorsero sui TuttiBianchi da 0-15 a 16-15. Ma i miracoli, quando si ripetono quasi ogni anno, non si possono più chiamare così.

   

Di sorpassi se ne intendono nella Formula 1. Gli storici attribuiscono il primato a John Watson nel Gran premio degli Stati Uniti d’America Ovest nel 1983. L’irlandese partì dalla ventiduesima posizione e tirando la sua McLaren-Ford allo spasimo risalì fino a precedere il compagno di squadra Niki Lauda (stessa rimonta numerica, dal ventitreesimo posto al secondo, ma meno felice) e il ferrarista René Arnoux. A due ruote, anche Valentino Rossi ha vissuto stati di grazia dribblando gli avversari. La prima volta a Donington nel 2000. Scattò – mica tanto - dalla quarta posizione, la partenza lenta e sbagliata lo costrinse a retrocedere fino alla tredicesima piazza, poi volò, recuperando gli avversari, tutti, a uno a uno, fino a diventare il numero 1.

  

Un fine settimana di "altri sport"

 

Basket: Milano crolla in casa contro gli antichi rivali di Trieste, 100-81.

  

Ciclocross: Mondiali di Ostenda, fra gli uomini, in uno spettacolare duello rusticano, l’olandese Mathieu van der Poel precede il rivale belga Wout Van Aert.

 

Sci: Sofia Goggia, frattura al piatto tibiale del ginocchio destro, addio Mondiali di Cortina.

Di più su questi argomenti: