La solitudine degli eroi è un tema ricorrente nella storia, nella letteratura e perfino nell’arte, qualsiasi essa sia. E come non considerare arte anche il calcio, una nobilissima e popolare forma d’arte, che tanto ci appartiene e ci tiene uniti o divisi da pareti di vetro come quelle del tifo, attraverso le quali ci guardiamo in finto cagnesco per poi ritrovarci come le star a bere del whisky in qualche bar (o almeno succedeva prima del Covid). Le star del tifo siamo noi, con le nostre debolezze per gli eroi, appunto, i calciatori simbolo di ogni epoca. I numeri uno, che soli in teoria non dovrebbero essere mai eppure a volte ci sembrano tali, nonostante l’affetto della gente. Ma è un affetto distante, impalpabile, che quando si avvicina è spesso falso e ingannevole. Basti pensare a Diego Armando Maradona, il numero uno di sempre, di cui si leggono in questi giorni ulteriori dettagli sulla miseria che lo circondava senza che lui se ne accorgesse, o forse sapendolo così tanto da lasciarsi andare, morire.
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