Qualche mese fa, quando chiesero a Luca Bergamini come mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza della Divisione calcio a 5, lui rispose che “nessuno può sottrarsi al destino”. Può suonare fuori luogo quando in ballo c’è un ruolo politico, ma non è così. Il futsal in Italia è il gioco più diffuso che c’è, vanta 160.000 tesserati, 250 società nazionali e 100.000 partite a livello regionale. “Il nostro è un movimento consolidato ma anche in espansione – racconta Bergamini al Foglio Sportivo – anche con la pandemia stiamo portando a termine tutti i campionati nazionali. Il sacrificio delle squadre e dei presidenti è figlio della passione, del valore del gruppo, della comunità. Forse anche io non avevo capito tutto questo fino in fondo, finché non l’ho toccato con mano. L’avevo sottovalutato”. Prima delle elezioni dello scorso gennaio, la divisione arrivava da un duro e faticoso commissariamento, con tutte le grinze che una gestione di quel tipo si trascina. Ecco allora Bergamini, da giocatore di calcio a 5 a numero uno della Federazione in una parabola che deve aver per forza a che fare col destino.
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