Il Foglio sportivo - Il ritratto di Bonanza
Arbitri, Ibra e barzellette
La prepotenza del Var ha rovinato Davide/Atalanta contro Golia/Real. Intanto il Milan perde colpi, ma Zlatan no: il palcoscenico del calcio gli è ormai troppo stretto (e infatti sbarcherà all'Ariston)
Ci sono un francese, uno svizzero e un tedesco. Sembra l’inizio di una barzelletta come in effetti è stata. Ci riferiamo a ciò che è accaduto al diciottesimo minuto di Atalanta-Real Madrid, quando un francese (Mendy) è stato abbattuto da uno svizzero (Freuler), sotto gli occhi di un tedesco (l’arbitro Stieler). Da quel momento la partita si è trasformata in una barzelletta dal finale così prevedibile da farci rimpiangere di aver guardato la partita fino in fondo. Questo il potere di un arbitro nell’epoca del Var: raccontarci barzellette che non fanno ridere, determinando il risultato di una gara a prescindere dall’uso delle immagini. Un comportamento oltre i limiti della decenza che manda in fumo la teoria che nel calcio Davide può prendere a sassate Golia se la fionda ce l’ha in mano una terza persona: l’arbitro per l’appunto. Ora non resta che aspettare il ritorno per sapere se qualcuno avrà storielle più simpatiche da raccontarci sperando che, come teorizzava l’inarrivabile Achille Campanile, non si ricorra all’umorismo involontario da cui le barzellette molto spesso prendono spunto.
Nell’attesa, l’Italia si consola con il festival di Sanremo a cui parteciperà un calciatore: Zlatan Ibrahimovic. E messa così pare anche questa una barzelletta, invece è una storia interessante. Ibra è ormai un personaggio che travalica il calcio, ci piaccia o meno. E’ diventato un attore ancora più bravo del suo essere calciatore. Una volta si divertiva a risultare antipatico, rispondendo alla giornalista gentile con la faccia di chi disprezza la stessa gentilezza. Oggi apre il sorriso a tutti – Lukaku a parte con cui aveva un conto aperto dai tempi inglesi – come se fosse il piatto del suo piede, in uno dei gesti tecnici preferiti. E’ un grande interprete teatrale, con pause sceniche alternate a gesti mirabolanti. Normale che il teatro si accorga di lui, lo attragga verso il palcoscenico dell’opera popolare più importante che ci sia in tv: il festival della canzone.
Inutile sottolineare il rischio di ritrovarselo di fronte a duettare con Amadeus e Fiorello mentre il Milan perde colpi. Inutile persino aggiungere quanto sia comprensibile il disorientamento del tifoso milanista che vede il campione togliersi le scarpe da calcio per indossare quelle di vernice. E’ inutile ricordare che la polemica sarà più o meno grande a seconda dei risultati del Milan. E’ infine inutile conoscere il motivo per cui Ibrahimovic abbia accettato di fare qualcosa di diverso rispetto alla routine. Sarà per soldi, per togliersi uno sfizio. Sarà per prepararsi un futuro alternativo al calcio, sarà per onorare una parola data in tempi non sospetti. Sarà per il gusto di raccontare un giorno un’altra storia. Magari una barzelletta un po’ forzata nella speranza che faccia ridere qualcuno.