Squadra in vendita, debiti di Suning (ma nemmeno troppi). Fondi d’investimento alle porte, con prospettive di business. E l’ombra di Bin Salman. Un romanzo nei colori della notte e il sistema calcio che scricchiola
Chiudere da un giorno all’altro per debiti una squadra di calcio con i colori gialloblu, seppure fresca vincitrice della Chinese Super League, non è poi un disastro epocale. Capitò più o meno uguale ai gialloblu del Parma travolti dal crac Parmalat, per dire. E poi è la Cina. Lo Jiangsu Suning di proprietà della conglomerata della famiglia Zhang ha cessato ufficialmente le attività la settimana scorsa, ma non è l’unica squadra del Celeste impero ad aver subito la mala sorte: ne sono fallite altre, alcune hanno cambiato nome e persino città. Tradizione sportiva e valore del brand in Cina hanno altri significati e differenti economie di scala, e più in generale il football cinese ha smesso di essere un interesse strategico, nella Nuova èra di Xi Jinping. Nel giro di un paio d’anni. A oriente cambia tutto in fretta. Lo Jiangsu Fc non risorgerà come il Parma.
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