Il foglio sportivo
Il bowling italiano non si è fermato. Campioni del mondo in carica e non solo
Nel 2018 il trionfo a Hong Kong contro i giganti degli Stati Uniti. "Come Davide contro Golia. Ma c'è molto altro: le scuole e l'impegno sociale, i social e le Olimpiadi", dice il presidente della Federazione Cosimo Zecca
Lo scorso dicembre, la Federazione italiana bowling ha compiuto 57 anni, non proprio pochi per quello che da tanti in Italia è considerato poco più che un gioco da sabato sera in compagnia, Covid permettendo, o un passatempo di quelli che riempiono le serie tv o l’immaginario dei film americani.
E invece l’epopea di questo sport ha radici lontane. Tralasciando i primi avvistamenti archeologici – giochi simili hanno lasciato traccia nell’antico Egitto e tra i romani – furono gli Alleati sul finire della Seconda Guerra mondiale a portare il bowling dalle nostre parti. Ma solo negli anni Sessanta comincerà a diffondersi: dapprima a Roma, poi negli altri grandi centri italiani, fino a organizzarsi nel 1963, grazie allo slancio di Domenico Calori, Giuseppe D’Angelo e Giuseppe Jacomelli, nella Federazione Bowling Italiana. Intanto arrivano i primi riconoscimenti per la disciplina, quello del Comitato olimpico internazionale nel 1979, e del Coni nel febbraio 1988, dopo un’attesa lunga un quarto di secolo.
È in questa occasione che il movimento assume la denominazione di Federazione italiana sport bowling (Fisb), quella che conosciamo oggi ed “è strutturata in quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione di Trentino, Friuli, Valle d’Aosta e Molise. Ma stiamo mettendo in campo sforzi e investimenti nuovi per raggiungere anche quei territori”. Le parole sono quelle di Cosimo Zecca, presidente Fisb dallo scorso ottobre, chiamato a guidare il bowling tricolore per i prossimi quattro anni. A partire dalla pandemia: “Dal punto vista della Federazione non è cambiato molto, il Covid non ha fermato i campionati. Attualmente i tesserati sono più o meno 2.800, contro i 6.000 che si contavano alla fine degli anni Novanta, e quasi 100 le società sportive affiliate”. La sale bowling in Italia sono invece all’incirca 250, “ma non tutte lavorano con noi”.
Numeri forse troppo bassi per uno sport che vanta una discreta tradizione di successi internazionali, già a partire dagli anni Settanta. Per questo la sfida ora è allargare gli orizzonti, promuovere la partecipazione: “Come consiglio federale, stiamo portando avanti un importante progetto rivolto ai giocatori alle prime armi e agli stessi centri bowling, incoraggiando il passaggio da amatori ad agonisti”. L’obiettivo è quello di creare nuove associazioni sportive nei centri e fidelizzare, tesserare, gli amatori. Con le restrizioni attuali, le piste sono infatti chiuse, equiparate dai decreti a discoteche o sale gioco, ma affiliandosi alla Fisb potrebbero riaprire, dedicandosi alla pratica agonistica. Una prospettiva, questa, decisamente particolare, in cui il Covid può rivelare addirittura delle “potenzialità”. Ma non l’unica.
“Un’altra iniziativa che stiamo mettendo in atto è la collaborazione con il Miur: crediamo che le scuole siano fondamentali per lo sport. Speriamo di partire al più presto anche negli istituti, a livello provinciale e regionale: l’obiettivo – continua Zecca – è di poter fare a Roma un campionato nazionale studentesco nel 2022”. E poi c’è l’aspetto della disabilità a cui storicamente la Federazione dedica risorse ed energia: “Abbiamo una sezione che promuove il bowling occupandosi sia di disabilità intellettive che fisiche. E stiamo lavorando a un protocollo d’intesa con il Comitato paralimpico, per essere riconosciuti come federazione e in questo senso stiamo affrontando il discorso con il presidente Luca Pancalli”.
A questo si aggiunge l’accordo formalizzato a marzo con la Federazione sport sordi Italia (Fssi), “atteso da 8 anni, che permetterà una più stretta collaborazione tra i due mondi. Forniremo agevolazioni e formazione, per sportivi e giudici di gara”, dice ancora il presidente. Inoltre, gli atleti della Fssi che a fine anno parteciperanno alle Olimpiadi per sordi in Brasile, indosseranno la divisa della Federazione. La stessa con cui nel 2018 la Nazionale italiana ha vinto il campionato mondiale, battendo Canada e poi Stati Uniti in finale a Hong Kong, i mostri sacri della disciplina, “come Davide contro Golia”. Dal punto di vista sportivo insomma, un’eredità pesante: “Siamo pronti, stiamo aspettando ancora data e sede di gioco ma a fine anno difenderemo il titolo mondiale. Rispetto al 2018, quando avevamo anche un senior, abbiamo una squadra più giovane, intorno ai trent’anni. E ora, dopo quel Mondiale, ci temono”.
Intanto è cambiata anche la federazione mondiale, non più World Bowling ma International Bowling Federation, una nuova struttura che ha l’ambizione di portare il gioco con i birilli alle Olimpiadi del 2028. “Ma non sarà facile – spiega ancora Zecca – perché il bowling è sì seguito in tante parti del mondo, ma mettere insieme Europa, Asia e Usa, non è facile. Comunque con l’arrivo della IBF, tutte le federazioni locali dovranno adeguarsi alla nuove indicazioni, è un primo passo”.
Prima di Mondiali e Olimpiadi però c’è il campionato: oggi e domani a Ciampino vanno in scena le finali del misto doppio, 48 coppie provenienti da tutta Italia si giocano il titolo nazionale che vale anche la possibilità di rappresentare l’Italia alla prossima Coppa del Mediterraneo, “che dovrebbe disputarsi in Francia”, Covid permettendo. Chiaramente mancherà il pubblico ma Zecca, dopo aver aperto la Federazione al digitale, “da Twitch a Facebook”, ha in mente il passo successivo: “Portare sui social anche le dirette delle gare, a maggio ci proveremo”.