Il Foglio sportivo
Imola, o dell'inimicizia
È il Gran premio che ha fatto litigare tanti campioni. Chi sono i piloti che devono stare attenti ai compagni di scuderia
Imola non è soltanto la pista di Ayrton e Roland. Non è soltanto il circuito dedicato a Enzo e Dino Ferrari. Il luogo dove Michael Schumacher ha vinto 7 volte. L’autodromo dove 40 anni fa esordì in Formula 1 Michele Alboreto. Uno dei tracciati più belli e divertenti dove guidare. Imola è anche il posto dove si sono rotte più amicizie tra compagni di squadra. Le alleanze, se non sante, sicuramente solide, tra Villeneuve e Pironi e poi Senna e Prost si sono frantumate proprio qui sulle rive del Santerno tra una piadina, una gramigna e un bicchiere di lambrusco. Amicizie solide come una forma di Parmigiano Reggiano si sono sfaldate come uno squacquerone, il formaggio che da queste parti è obbligatorio assaggiare. Arrivano a Imola come fratelli e se ne vanno come coltelli. Quest’anno il Gran premio è intitolato all’Emilia Romagna e al Made in Italy, ma non cambia nulla. Imola ha spezzato tante amicizie e questo 2021 sembra essere un anno particolarmente pericoloso per i rapporti tra compagni di squadra. Non c’è una coppia che possa recitare come Sandra e Raimondo, litigando solo per lo spettacolo. No, queste sono tutte coppie a rischio esplosione.
La lite tra Villeneuve e Pironi risale al 1982 quando in pista, per uno sciopero dei team inglesi legati alla Foca, c’erano davvero solo quattro gatti: 14 vetture al via, solo 5 al traguardo. Quel giorno ai box mancava l’ingegner Forghieri, l’unico che sarebbe stato in grado di bloccare sul nascere l’incendio che stava per esplodere. Non bastò un cartello esposto dai box. Quello “Slow +45” fu interpretato in modo opposto dai due compagni di squadra. Un messaggio che voleva semplicemente dire prendetevela comoda perché avere 45” di vantaggio sul terzo classificato che era Alboreto con la Tyrrell. Gilles interpreta quel cartello come: mantenete le posizioni. Didier non ci legge lo steso messaggio e all’ultimo giro infila il compagno alla Piratella dopo che il giro prima Gilles lo aveva passato alla Tosa. Dopo la bandiera a scacchi con la faccia di chi ha appena visto la moglie andare a letto con il suo miglior amico, Gilles dice poche parole: “Con Pironi non parlerò mai più”. E così sarà. “Posso batterlo quando voglio. Mi ha rubato la vittoria solo con l’inganno”, dirà poi. Una frase che diventerà pesantissima pochi giorni dopo a Zolder, quando Gilles volerà via per sempre cercando di battere il tempo di Pironi in prova. L’amicizia era finita a Imola. Ma la loro storia è proseguita grazie alla moglie di Pironi che ha voluto chiamare i suoi gemelli (nati senza conoscere il padre, morto in mare nel 1987) Gilles e Didier. Per la cronaca Gilles fa l’ingegnere alla Mercedes e l’anno scorso a Silverstone è salito sul podio con Lewis Hamilton.
L’amicizia tra Senna e Prost si ruppe definitivamente il 23 aprile 1989, nella domenica in cui Berger rischiò la vita tra le fiamme del Tamburello. Anche tra i due litiganti di casa McLaren c’era un accordo: non attacchiamoci al via. “C’era un accordo che era stato valido numerose volte già prima di Imola — ricorderà poi Senna – era stato Prost a propormi di non attaccare dopo la frenata della prima curva. Alla seconda partenza lui partì più veloce di me, ma io gli fui immediatamente alle costole, approfittando della sua scia. Guadagnai facilmente velocità e feci la mia mossa ben prima della zona di frenata. In pratica, a mio avviso, avevo iniziato il sorpasso prima della curva e di conseguenza eravamo fuori dai termini del nostro accordo. Cosa avrei dovuto fare? Spostarmi perché ero più veloce di lui? Si parla di corse o no? Il mio sorpasso era cominciato mentre mi accostavo a Prost sul rettilineo e all’altezza della prima curva eravamo fianco a fianco”. La versione di Prost, naturalmente, è ben diversa. Risultato? Prost non si fida più di Senna e Senna non si fida più di Prost. Non si parleranno più fino a quel famoso messaggio via radio di Senna a Prost, commentatore della tv francese il venerdì prima del maledetto weekend di Imola 1994: “Alain mi manchi”.
Imola teatro di litigi mitici riapre la stagione europea della Formula 1, una stagione in cui c’è molto pepe ogni coppia. C’è Bottas che per l’ennesima volta prova a battere Hamilton; Verstappen che per la prima volta ha con Perez un compagno tosto in Red Bull; i baby Ferrari Leclerc e Sainz che per ora vanno d’amore e d’accordo, ma fino a quando; in McLaren un altro baby dal grande futuro come Norris deve vedersela col sorriso e la grinta di Ricciardo; in Alpine Ocon deve vedersela con Alonso che si sente giovane e forte; in Aston Martin Vettel rischia la reputazione con il figlio del padrone Stroll; in Alfa Romeo Sauber Giovinazzi cerca spazio e conferme contro il grande vecchio che non molla mai Raikkonen; in Alpha Tauri Gasly non può certo vivere di rendita sulla vittoria di Monza contro il millennial Tsunoda entrato in gioco come uno tsunami; nella derelitta Haas Schumacherino deve vedersela con Mazepin che tiene in mano la cassa. Forse solo in Williams il ragazzo con il futuro in tasca Russell può stare tranquillo con Latifi. Da anni non c’erano coppie così frizzanti in gioco. Ognuno dovrà guardarsi dal proprio compagno di squadra, da sempre il primo avversario da battere. “Io sono bravo a separare la pista da quello che accade fuori. Posso essere amico del mio compagno”, assicura Charles Leclerc. Non è detto che l’amicizia duri per sempre. Per ora serve a stimolare la concorrenza, spinge ognuno dei due a superarsi per battere il compagno. Lo facevano anche Gilles e Didier, anche Ayrton e Alain. Chissà come andrà a finire. Ma vedrete che quest’anno qualche coppia scoppierà.