Di Emanuele Trevi ce ne sono due. Uno ci è noto: lo scrittore capace di pensieri, oltre che di parole, assai profondi, di pareri spiazzanti e opinioni che non tengono conto della direzione del vento, ma solo della propria autonomia intellettuale. L’altro lo conoscono in pochi, una cerchia di amici ristretta: lo scalmanato tifoso della Lazio, l’appassionato di calcio e di tutto quello che ronza intorno al pallone, anche i fenomeni più strani. Incontro il primo per parlare con il secondo. L’Emanuele Trevi scrittore è nella dozzina del Premio Strega con “Due vite”, un libro che racconta la sua amicizia con Pia Pera e Rocco Carbone – scrittori anche loro, scomparsi troppo presto –, un trattato sentimentale della fratellanza e della condivisione più profonda. L’Emanuele Trevi tifoso è ugualmente emotivo, ma molto meno composto, è allo stesso tempo bambino e adulto. In fondo, è a un giorno vissuto quand’era bambino che deve la sua passione.
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