Giro d'Italia. Taco van der Hoorn, l'imbucato

Giovanni Battistuzzi

L'olandese a questo Giro non ci doveva neppure essere. Aveva deciso di iniziare di nuovo da zero, di crearsi un futuro diverso dal ciclismo. Poi è arrivata l'Intermarché e la fuga nella terza tappa. Quella giusta, quella vincente

Taco van der Hoorn a questo Giro d’Italia non ci doveva essere. E non ci doveva essere perché nulla di quello che aveva vissuto nei due anni precedenti si sarebbe dovuto riproporre. Figurarsi partecipare a una corsa di tre settimane. Figurarsi vincere addirittura una tappa. Figurarsi se ci poteva solo pensare a tutto questo. E infatti Taco van der Hoorn ha superato lo striscione d’arrivo di Canale, terza tappa del Giro d'Italia 2021, a braccia alzate, a occhi chiusi, in preda a un sorriso di incredulità grande quanto la distanza tra i Paesi Bassi e il Piemonte.

 

Taco van der Hoorn non ci doveva essere a questo Giro d’Italia perché dopo aver fatto per due anni quello che gli avevano detto di fare, ossia stare davanti a tirare e darsi completamente alla causa altrui, la Jumbo-Visma aveva ritenuto che tutto ciò non fosse abbastanza. E allo stesso modo avevano pensato in tanti, contratto in scadenza, nessuna offerta. Così lui aveva deciso di ripartire da zero, di dimenticare la grande corse e ritornare da dove era partito, dalla provincia neerlandese. Un anno, forse due, il tempo di trovarmi una posizione, poi la bici resterà solo il migliore dei passatempi, si disse.

 

Il suo passaggio alla BEAT Cycling Club durò soltanto poche settimane. Giusto il tempo che Jean-François Bourlart si facesse due calcoli in tasca e capisse di avere ancora qualche soldino da investire per la sua squadra, la Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux. Boulart si ricordò di quel lungagnone biondo che anni prima diede più di una delusione ai suoi ex atleti. Il tempo di venire a conoscenza che dalla Jumbo se ne era andato e gli propose di mollare i pensieri di lasciare il ciclismo e di ritornare di nuovo nel World Tour. All’olandese non gli parve vero. Accettò subito, con tanti saluti alla ricerca di una posizione fuori dal ciclismo.

 

Taco van der Hoorn al Giro d’Italia c’è andato e ha sfruttato la prima occasione utile. Prima per far vedere di essere un corridore tosto: fuga centrata. Poi di far vedere di essere un corridore particolarmente tosto: fuga portata all’arrivo. Poteva bastare, è andata ancor meglio di così.

   

Foto LaPresse
    

L’olandese era andato in avanscoperta assieme a Alexis Gougeard (AG2R Citroën), Simon Pellaud e Andrii Ponomar (Androni-Sidermec), Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè), Vincenzo Albanese e Samuele Rivi (EOLO-Kometa), Lars Van den Berg (Groupama-FDJ) tre minuti dopo il via della tappa. Con loro ha superato sette colline, oltre millecinquecento metri di dislivello. Ha visto qualcuno mollare, qualcuno resistere, qualcuno disperdersi, qualcuno provare il colpo gobbo. Li ha seguiti tutti sino all’ultimo, sino al tentativo di Pellaud. Poi ha deciso che era arrivato il suo di tempo.

 

È scattato con l’idea di godersi un po’ l’effetto che fa lo stare solo davanti a tutti, l’essere inseguito e non inseguitore. Poi quando sotto all’ultimo chilometro si è guardato indietro e non ha visto nessuno “ho iniziato a non capire più nulla. Non ci volevo credere”. E più non ci credeva più spingeva sui pedali per crederci davvero, per colmare la distanza tra l’imponderabile e il realizzato.

  

Quattro secondi è questa distanza. Quattro secondi, quelli buoni per godersi la realtà a braccia alzate e sentire solo in lontananza il fruscio del gruppo che non è riuscito ad acchiapparti.

 

L'ordine d'arrivo della terza tappa dell Giro d'Italia 2021

1. VAN DER HOORN Taco (Intermarché - Wanty - Gobert Matériaux) in 4:21:29

2. CIMOLAI Davide (Israel Start-Up Nation) a 0:04

3. SAGAN Peter (BORA - hansgrohe)

4. VIVIANI Elia (Cofidis, Solutions Crédit)

5. BEVIN Patrick (Israel Start-Up Nation)

6. VERMEERSCH Gianni (Alpecin-Fenix)

7. GAVIRIA Fernando (UAE-Team Emirates)

8. BETTIOL Alberto (EF Education - Nippo)

9. OLDANI Stefano (Lotto Soudal)

10. MOSCA Jacopo (Trek - Segafredo)

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