La storia
Gualtieri e le seconde scelte nello sport: sarà il Sergio Ramos o il Gimondi del Pd?
"Scaldati e buttati": la parabola di chi da rincalzo è diventato insostituibile e vincente. A volte funziona, altre no
L'ex ministro non era il candidato forte di Letta a Roma, ma alla fine è toccato a lui. I precedenti nel calcio e nel ciclismo possono insegnare qualcosa alla politica
Fosse stato per Enrico Letta le cose sarebbero andate diversamente. Ha provato a fare il buon segretario, gioendo, su Twitter, per la candidatura a sindaco di Roma di Roberto Gualtieri, nonostante avesse preferito altro: Nicola Zingaretti a capo di una coalizione con il M5s. Non è successo. Virginia Raggi non ha fatto un passo indietro, Giuseppe Conte non l’ha abiurata. E così la seconda scelta si è fatta prima.
Non si cruccino Letta a Gualtieri. “A volte le seconde scelte sono meglio delle prime. Si è molto più liberi, molto meno ansiosi di fallire. E così tutto può cambiare, la storia può essere riscritta”. Parola di seconda scelta, Rinus Michels. L’olandese all’Ajax arrivò per sostituire per qualche mese l’inglese Vic Buckingham, esonerato dai Lancieri. Rimase sei anni e rivoluzionò il calcio.
È sport, certo, ma lo sport è davvero così diverso dalla politica?
“Per fortuna quella volta la nostra prima scelta aveva scelto altro. Altrimenti…”, il presidente del Real Madrid Florentino Pérez non finì quella frase, la tenne eternamente in sospeso. Era l’estate del 2005 e i Blancos cercavano un rinforzo per la difesa. La dirigenza aveva individuato l’uomo giusto: il serbo Nemanja Vidic. Era giovane e talentuoso, aveva un costo tutto sommato contenuto (poco meno di dieci milioni di euro), aveva fisico e piedi più che discreti. Pérez diede il via libera per l’acquisto. Vidic però non giunse mai a Madrid. Se ne andò da Mosca, città nella quale giocava, ma firmò per il Manchester United. Fu allora che il presidente madrileno decise di puntare sul piano B: Sergio Ramos. Il difensore, allora giocatore del Siviglia, arrivò a fine agosto dopo una lunga e complicata trattativa. Col senno del poi andò bene al Real. Sergio Ramos da allora ha collezionato 671 partite e realizzato 101 gol con la maglia dei Blancos. È diventato il capitano e ha vinto soprattutto tutto quello che poteva vincere.
Qualche anno prima andò bene pure alla Salvarani puntare sulla seconda scelta invece che sulla prima. Si parla di ciclismo e non di calcio. Nel 1965 Felice Gimondi era al primo anno di professionismo, aveva chiuso al terzo posto il Giro d’Italia da gregario di Vittorio Adorni, che quella corsa rosa la vinse. Al Tour non ci doveva andare, non era consigliato far fare due corse a tappe di tre settimane a un ragazzino al debutto tra i grandi. Poi accadde che il selezionato, Battista Barbini, dovette rinunciare alla Grande Boucle e Gimondi fu chiamato all’ultimo minuto per sostituirlo. L’idea era di farlo correre una decina di tappe per aiutare Adorni e poi rispedirlo a casa. A casa ci tornò sì, ma con la maglia gialla addosso: quel Tour lo vinse.
Ci sono seconde scelte che scalano le gerarchie. E ci sono ultime scelte che arrivano nell’Olimpo dello sport. Come Babe Ruth, uno dei più forti giocatore della storia del baseball, che venne ingaggiato dai Red Sox di Boston per un errore. E che errore fu considerato dal suo allenatore per quasi un anno. Poi Bill Carrigan fu cacciato e lui scrisse la storia di questo sport.
Non va sempre così. La storia dello sport è pieno di seconde scelte che tali rimangono per tutta la carriera, che non riescono a soverchiare le gerarchie. Ci sono seconde scelte che diventano pure terze o quarte e che scompaiono così come sono apparse. A quale categoria appartiene Roberto Gualtieri non è ancora dato a sapersi. Toccherà aspettare ancora un po' di tempo per capirlo.