L'Europa conquistata da Goran Pandev
L'attaccante è pronto a godersi il primo Europeo della sua Macedonia del Nord
Il record del gol più anziano della storia degli Europei appartiene a Ivica Vastic, un austriaco nato a Spalato che nel 2008 ebbe l’onore di segnare l’unico gol della sua modestissima Nazionale, presente a quell’edizione solo in qualità di paese ospitante. Aveva 38 anni, 8 mesi e 14 giorni: un primato che regge ancora, e certamente il buon Vastic avrà stappato un Müller-Thurgau di quelli buoni alla notizia del forfait di Zlatan Ibrahimovic. A Euro 2021 si gareggerà solo per il secondo posto, ma a questo punto nessuno sarà più accreditato di Goran Pandev, il più grande calciatore macedone di tutti i tempi, che il 13 giugno, quando scenderà in campo a Bucarest proprio contro l’Austria, avrà 37 anni, 10 mesi e 17 giorni. E quel giorno, dall’altra parte della barricata, ritroverà persino un vecchio compagno di Triplete interista, quel matto di Marko Arnautovic.
La Macedonia del Nord ha sfruttato alla grande il compassionevole corridoio escogitato dalla Uefa per garantire un paio di posti al sole anche ai paesi di terza e quarta fascia: nel giro di un mese ha freddato agli spareggi prima il Kosovo e poi la Georgia, con il gol decisivo a Tbilisi messo a segno da Goran il Magnifico dopo una lunga azione personale del “napoletano” Elmas. In preda a un’assurda esaltazione, mai provata in venticinque anni di storia calcistica, il 31 marzo le falangi macedoni si sono prese il lusso di sbancare addirittura 2-1 la tana dei tedeschi, infliggendo alla Germania la loro terza sconfitta in 87 anni di Qualificazioni Mondiali: Pandev, naturalmente, ha segnato il primo gol. Dalla notte della storica qualificazione celebrata con canti e libagioni in quel di Skopje, l’antico Goran ha iniziato ad assaporare con gusto ogni minuto dell’attesa che lo separava dall’Europeo, ovviamente centellinando sé stesso in accordo con Ballardini per evitare infortuni, ma togliendosi anche sfizi e ubriacature quando gli andava, come segnare una doppietta in un quarto d’ora al Napoli del suo delfino Elmas o diventare il primo ex jugoslavo a tagliare il traguardo dei 100 gol in Serie A. La missione è stata compiuta: Pandev è integro e prontissimo a Macedonia-Austria, la partita che quasi certamente deciderà le sorti europee dei Leoni. Il clima è ideale, la navigazione eccellente: le poche nuvole sono state portate dalla decisione dello sponsor tecnico di presentarsi all’Europeo con una maglia con una gradazione di rosso più scura del solito, in contrasto con la tradizione della Nazionale, e per questo subito rigettata dalla Federazione.
Non solo per vicinanza geografica ma anche per animus pugnandi e per quella spensieratezza post-adolescenziale che nella vita si prova una sola volta e solitamente nelle vacanze estive successive alla maturità, la Macedonia del Nord ricorda l’umile Albania di De Biasi che a Euro 2016 sfiorò il colpaccio del passaggio del turno, però con l’aggiunta dell’asso nella manica Pandev, combinazione di classe, esperienza e orgoglio patrio non facile da replicare a livello di Nazionali (pensate quante stelle del calcio di club siano regolarmente preda dell’ansia da prestazione una volta indossati i colori del loro paese). È il dominus assoluto di una squadra prudente che il ct Angelovski schiera con un abbottonato 5-3-2 in cui la licenza di scorribanda è assegnata soprattutto all’esterno sinistro “Gianni” Alioski, pedone da 36 partite e 3 gol in Premier League nel Leeds di Marcelo Bielsa. Un ultimo avviso ai meno esperti: la Macedonia del Nord apparirà sugli schermi di tutto il continente sotto l’acronimo di MKD, che ha mandato in soffitta la sigla precedente, la misteriosa FYROM (Former Yugoslav Republic of Macedonia), dopo un accordo del 2019 che ha posto fine a un lungo contenzioso con la Grecia iniziato dopo l’indipendenza, proclamata nel 1991, e propedeutico a un futuro ingresso nell’Unione europea: ad Atene temevano soprattutto che la denominazione originale di Macedonia “e basta” fosse un grimaldello per ambizioni espansionistiche sulle regioni omonime della Grecia. Ma di tutte queste cose, Pandev se ne ride: l’Europa che respirerà in queste settimane sarà molto più concreta ed entusiasmante di quella di Bruxelles.