Il Foglio sportivo
Eur0 2020, un testacoda generazionale
Vecchi, giovani, veterani ed esordienti. Guida anagrafica all’Europeo, dal record inglese ai numeri del Belgio
Dai 17 anni in Nazionale di Giorgio Chiellini ai 17 anni di età di Bellingham: Euro2020, nella sua versione 2021, regala anche il fascino di sfide generazionali interessanti tra giocatori pronti – volenti o nolenti – al canto del cigno e altri che con entusiasmo s’iscrivono al gran ballo dei debuttanti.
La forbice è amplissima: la carta d’identità più ingiallita è quella di Maarten Stekelenburg, portiere olandese, con trascorsi nella Roma tra alti, bassi, uno Zeman che preferiva il pittoresco Goicoechea e un trasferimento al Fulham saltato a fine mercato invernale 2013 quando era già in volo verso Londra. Stekelenburg, complice la positività di Cillesen al Covid, rischia addirittura di avere i galloni del titolare.
A fargli compagnia nella leva 1982 c’è un solo altro calciatore: è un portiere anche lui, ma scozzese. Craig Gordon è nato nell’ultimo giorno dell’anno, ha vinto un premio per la miglior parata dei primi vent’anni di Premier League inglese (per il salvataggio in un Sunderland-Bolton del dicembre 2010), ha avuto alti e bassi in Nazionale, dove è rimasto fuori per un quadriennio anche a causa di qualche infortunio.
Ben ventuno primavere dopo i due citati portieri è nato il trio di calciatori più “verde” della competizione continentale: il più giovane di tutta la manifestazione è Kacper Kozlowski, centrocampista polacco che alla voce data di nascita vede stampato il 16 ottobre 2003. Per lui, uno dei maggiori talenti del suo paese, la convocazione è anche un premio per il recupero fisico e morale dopo l’incidente d’auto che gli era costato, nel gennaio 2020, la frattura del bacino. Infortunio grave dal quale si è ripreso con caparbietà, dimostrando di non aver perso lo smalto mostrato all’esordio nel massimo campionato polacco, avvenuto a soli 15 anni e mezzo.
Sempre tra i classe 2003 c’è un giocatore che a Roma, ma sponda Lazio, hanno avuto modo di conoscere, loro malgrado: Jamal Musiala, centrocampista offensivo anglo-tedesco, in gol contro i biancocelesti nell’andata degli ottavi di finale di Champions League. Il talento del Bayern Monaco è iscritto nelle liste della Germania dopo un percorso con le under un po’ da ottovolante: U15 inglese, U16 con Germania e Inghilterra, poi nella nazionale d’oltremanica fino all’U21 prima di scegliere, definitivamente, la patria della madre. Musiala non sarà dunque compagno di squadra in nazionale di Jude Belligham, talento inglese formatosi al Birmingham ed esploso nel Borussia Dortmund, dove gioca tutt’ora componendo con Haaland (assente ad Euro2020 causa mancata qualificazione della Norvegia) e Sancho (che c’è, proprio come Bellingham con l’Inghilterra) un cocktail affascinante.
Tra i grandi vecchi della manifestazione curiosa la coppia di centrali portoghesi composta da Pepe e Fonte: 38 anni il primo, 37 il secondo, se giocassero assieme sarebbe un primato difficile da battere per anzianità (anche di servizio).
La Macedonia del Nord è esordiente: fa strano dire di un 37enne al debutto che potrebbe essere anche l’ultima volta. Sì, perché il “nostro” (ormai italiano d’adozione) Goran Pandev si è regalato una qualificazione storica: le prossime partite con la Nazionale potrebbero essere le ultime prima del ritiro.
C’è stato un periodo in cui il terzino mancino Zhirkov è stato considerato uno dei migliori al mondo a torto o a ragione: il veterano russo si è tolto le sue soddisfazioni, compreso un terzo posto agli Europei 2008 e continua, a 37 anni, a presenziare in Nazionale, dove ha collezionato oltre 100 presenze.
Considerando i tre giovanissimi citati in precedenza, sono invece trentotto i calciatori nati dal 2000 in poi presenti nel torneo itinerante: ben cinque sono nella rosa del Galles, dove Ampadu (di proprietà del Chelsea, nell’ultima stagione allo Sheffield United) conta già 23 presenze.
Il Regno Unito, evidentemente, è un posto per giovani: anche l’Inghilterra si presenta con un buon numero di ragazzotti nati dal 2000 in poi. Tra i quattro chiamati da Southgate di Sancho si è detto, di Bellingham anche, di Foden si aspetta la definitiva consacrazione e Saya è un jolly che si può pescare dal mazzo ad ogni evenienza. Per gli inglesi anche un altro curioso primato: sono gli unici senza giocatori nati negli anni Ottanta. Il cambio generazionale è decisamente un processo avanzato.
L’Inghilterra non è, però, la squadra più giovane per età media: primato che spetta alla Turchia, con 25 anni tondi tondi. La più anziana? Il Belgio, che sfora il muro dei 29 anni.
Infine due appunti dal sapore italiano, uno in senso stretto e uno da scrivere con le “virgolette”. Partendo da quest’ultimo, la Serie A avrebbe potuto regalare alla Svezia i due giocatori pronti a passarsi il testimone come icone della nazionale gialloblù, ma il 40enne Ibrahimovic (sarebbe stato il “nonno” della competizione) è stato frenato da un infortunio e ha detto addio agli Europei, mentre il 2000 Kulusevski, abbacinante nel Parma e a sprazzi nella Juventus, è positivo al Covid.
In casa Italia, invece, Chiellini è l’alfiere che indossa la fascia da capitano e che conta ormai 107 presenze con la maglia azzurra, che Mancini ha regalato anche al 21enne Raspadori: l’esordio nell’ultima amichevole con la Repubblica Ceca il giusto antipasto di quello che lo attende, non solo per questa estate, ma, ci si augura, per tante di quelle a venire.