Facce da Euro 2020
Inseguendo Damsgaard, "enfant prodige" di Danimarca
Conquistata la Sampdoria, ora il classe 2000 vuole prendersi la Nazionale. E in patria sono sicuri: "Ha i colpi del grande Laudrup"
La storia nella storia, di uno degli Europei più spiazzanti di sempre, è che l'insospettabile Danimarca trionfò concedendosi perfino il lusso di lasciare a casa il suo fuoriclasse principe. Forse il più grande di sempre, lassù a Copenaghen: "Non ho più visto un calciatore come Michael Laudrup. Fino a Mikkel Damsgaard". Parola di Flemming Pedersen, l'allenatore che al Nordsjaelland ha lanciato la giovane promessa oggi alla Samp. E al suo primo grande torneo con la nazionale, tra le possibili rivelazioni di Euro 2020 (qui trovate tutte le partite e i protagonisti dell'Europeo).
Identikit: 21 anni a luglio, faccia da bravo ragazzo, fisico ancora da formare ma un cambio di passo sulla fascia da far ammattire le difese di Serie A. Damsgaard arrivò a Genova appena un anno fa, da oggetto misterioso. Ha chiuso la sua prima stagione italiana con 37 presenze, due gol e quattro assist. Quasi risparmiandosi nel finale, con Ranieri lucido nel lasciarlo in panchina - id est, dargli tempo - all'occorrenza: "Damsgaard è un enfant prodige", non si nascondeva King Claudio già lo scorso febbraio. "Va gestito con la giusta distensione, senza caricarlo di troppe responsabilità".
Ed è così che il centrocampista esterno ha imparato a farsi strada nel grande calcio. Lontano dai riflettori: il suo primo allenatore è stato il papà nella campagna di Jyllinge, locus amoenus alla Hans Christian Andersen. Poi il Nordsjaelland, tra i principali club del paese, dove Mikkel arriva appena 11enne e fa tutta la trafila delle giovanili. Colpi in canna, molti: tocco, dribbling, intelligenza tattica e maturità nelle scelte di gioco. Però un giocatore offensivo vulnerabile al tiro resta incompiuto. E Damsgaard, fino a un paio di stagioni fa, lo era. La svolta fu una scelta ormai démodé: alla fine di ogni allenamento, il ragazzo prese l'abitudine di fermarsi a calciare a ripetizione, da solo. Fino a quando non chiudevano i cancelli. Personalità da vendere in partita, condotta irreprensibile fuori dal campo. Così gli scout della Sampdoria si trovarono davanti un talento completo, pronto per il grande salto. E il Nordsjaelland, ad affare fatto, lo congedò dedicandogli perfino un documentario.
Non ha tradito le aspettative, Damsgaard. A novembre 2020 è arrivato anche il debutto in nazionale maggiore. A marzo la prima doppietta, in amichevole contro la Moldavia. "Sì, mi ispiro a Laudrup", alla fine ha ammesso perfino lui. Solo che Mikkel, a differenza di Michael, all'Europeo ci sarà. Insieme a Schmeichel - Kasper, figlio di Peter -, un altro Andersen, Larsen e Christensen. Tutti cognomi di campioni del '92: senza forzare le analogie, la Danimarca giocherà per divertirsi e sorprendere. Con una marcia in più, sia pure a gara in corso, per sparigliare le carte sulla fascia. E' il ragazzo di Ranieri.