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Vedendo l'Olanda al Euro 2020 "Johan Cruijff si rivolterebbe nella tomba"

Federico Giustini

La nazionale olandese non era riuscita a qualificarsi né agli Europei del 2016, né ai Mondiali del 2018. Eppure nei Paesi Bassi sono tantissime le critiche all'allenatore Frank De Boer. La colpa è lo schieramento in campo

Piano con le parole, alla fine è pur sempre un gioco. La nazionale olandese debutta stasera agli Europei, dopo essere rimasta fuori dalla precedente edizione della rassegna e pure dai Mondiali di Russia 2018, ma nella patria del calcio totale il clima che accompagna la vigilia di Olanda-Ucraina non è dei più rilassati. Non si può stare tranquilli nemmeno tra fratelli.

Serve fare attenzione a non rinnegare con insolenza i principi di Rinus Michels, quelle idee fatte proprie e rielaborate negli anni prima da Johan Cruijff, poi da Louis Van Gaal, e ultimamente rinverdite da Erik Ten Hag: quel 4-3-3 e quel gioco di posizione che caratterizzano il dna Ajax e un intero movimento calcistico orgoglioso delle innovazioni apportate al gioco. Il dibattito filosofico-tattico ha assunto toni aspri da quando Frank De Boer, commissario tecnico da meno di un anno, ha molto prosaicamente deciso di schierare la squadra con il 5-3-2 nelle amichevoli del 2 e del 6 giugno contro Scozia e Georgia, ultimi due test prima della già decisiva sfida di Amsterdam con l'Ucraina. De Boer, chiamato dalla Federazione per sostituire Ronald Koeman a qualificazione agli Europei già centrata, aveva già proposto questo schema a ottobre nella gara di Nations League contro l’Italia a Bergamo, portando via un pareggio e una prestazione convincente. Ma è stata soprattutto la prima delle due recenti amichevoli, quella pareggiata contro la Scozia per il rotto della cuffia, a far storcere la bocca a commentatori ed ex calciatori.

De Boer, alla ricerca di un riscatto personale dopo le deludenti esperienze deludenti sulle panchine di Inter, Crystal Palace e Atlanta United, è stato criticato con forza prima da Kees Kist, nazionale Orange tra il 1975 e il 1980 e scarpa d’oro nel 1979. Kist ha parlato di “stupro totale del calcio olandese”. La ragione, a suo dire, risiede nell’aver abdicato allo stile offensivo della tradizione: “Siamo un Paese che gioca a calcio apertamente, che pressa e che il più delle volte domina l’avversario. Questo 5-3-2 è un sistema per nazionali difensiviste come l’Italia”. Il secondo, e forse più doloroso, colpo a Frank De Boer glielo ha inferto suo fratello gemello Ronald in un’intervista al Telegraaf. Una frase in particolare ha fatto il giro del mondo, riducendo un bel po’ la complessità del più articolato ragionamento dell’ex centrocampista di Ajax e Barcellona: “Johan Cruijff si rivolterebbe nella tomba”. Poche parole ma in grado di spazzare via qualsivoglia sfumatura e di far assomigliare Frank al “fratello figlio unico” di Rino Gaetano.

Del resto Cruijff, scomparso nel 2016, non aveva risparmiato critiche nemmeno a Van Gaal in occasione dei Mondiali in Brasile del 2014, quando l’Olanda uscì ai rigori in semifinale contro l’Argentina e arrivò terza. Il Profeta del Gol non aveva gradito la svolta efficientista e contropiedista dell’allora ct della nazionale, che aveva scelto proprio il 5-3-2. Le perplessità di Cruijff riguardavano le metodologie di Van Gaal, un approccio a suo dire “militaristico” e che potenzialmente avrebbe potuto limitare l’estro dei singoli, stella polare del cruijffismo applicato. I risultati però diedero ragione al futuro allenatore del Manchester United, a partire dal pesante 5-1 rifilato ai campioni in carica della Spagna. Una serie di amichevoli giocate male, e l’impossibilità di disporre di parte della rosa per la prima fase del ritiro, avevano convinto Van Gaal a convergere su una soluzione meno ortodossa, ma gradita dalla squadra. Trovò così un modo per far rendere al meglio le individualità a sua disposizione.

 

In questi giorni proprio Van Gaal è giunto in soccorso dell’allievo Frank De Boer, suo giocatore in quell’Ajax che a metà degli anni 90 impressionò il mondo in Champions League nel pieno rispetto della tradizione olandese. Sono lontani quei giorni, il nuovo Van Gaal sostiene oggi che “il 5-3-2 è il miglior sistema, quello che ho imparato ad apprezzare con il tempo. Anche io pensavo che il 4-3-3 fosse il modo migliore per creare triangoli in tutto il campo, ma con il 5-3-2 l’equilibrio della squadra è migliore”. Per chi osserva con le lenti del manicheismo ce n'è abbastanza per collocare Van Gaal nel girone infernale degli allenatore risultatisti. Per quanto riguarda Frank De Boer è lecito pensare che in questo momento l’unico girone degno delle sue attenzioni sia il C, quello composto da Olanda, Ucraina, Austria e Macedonia del Nord.

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