Facce da Euro 2020
L'insolito Erasmus di Fernando Rapallini, l'arbitro argentino a Euro 2020
Il sudamericano è il primo fischietto extraeuropeo ad arbitrare nella competizione conteninentale e anche il primo a ricorrere al Var nella storia del torneo, durante Ucraina-Macedonia. Stasera dirigerà Croazia-Scozia che può valere gli ottavi, la sua prova del nove
Senza dubbio la sua, tra le facce di questo Euro 2020, è quella più insolita, quella che proprio non ti aspetti. Se non altro perché Fernando Rapallini europeo non lo è, e la sua avventura nel vecchio continente è una sorta di Erasmus che questa sera, in occasione di Scozia-Croazia, vivrà la sua seconda tappa.
Rapallini è una delle (tante) novità di questo Torneo itinerante. Arriva da La Plata, città argentina situata a circa 60 km da Buenos Aires, è un arbitro, ed è stato scelto nell'ambito di un accordo tra Uefa e Confederazione calcistica sudamericana (Conmebol), in base al quale per la prima volta un direttore di gara extraeuropeo solcherà i campi della nostra Eurocopa, come dicono dalle sue parti.
“Lo scambio arricchirà le due competizioni e l'esperienza dei migliori arbitri - ha dichiarato il presidente UEFA Aleksander Čeferin alla vigilia di Euro 2020 -. L'Europa e il Sudamerica hanno una grande tradizione e una grande qualità, anche nell'arbitraggio. Questo programma ci aiuterà a migliorare le nostre competizioni”. Allo spagnolo Jesús Gil Manzano è toccato invece il percorso inverso, selezionato come arbitro europeo nella Copa America che va in scena in queste settimane. "Tra i nostri obiettivi permanenti c'è quello di rendere gli arbitri più professionali e perfettamente addestrati all'uso della tecnologia – ha fatto eco, dal canto suo, Alejandro Domínguez che guida la Federazione sudamericana e che pensa già al prossimo torneo e, perché no, al prossimo scambio. -. Siamo convinti che la cooperazione darà grandi benefici a entrambe le confederazioni. Siamo solo all'inizio”.
Il primo banco di prova per Rapallini è arrivato lo scorso 17 giugno a Bucarest, coadiuvato da due connazionali, Juan Pablo Belatti e Diego Yamil Bonfa. Ucraina- Macedonia, seconda giornata del gruppo C. 2-1 il risultato finale e un esordio movimentato per il fischietto sudamericano: tre ammonizioni e soprattutto due penalty, uno per parte, di cui l'ultimo concesso dopo aver consultato il Var per un fallo di mano. Nelle prime 15 partite nessun arbitro si era ancora recato al monitor, poi è arrivato Rapallini. Si tratta insomma del primo rigore del torneo concesso con l'ausilio della tecnologia. E considerando che 5 anni fa in Francia la moviola in campo non era prevista, è anche il primo nei sessantuno anni di storia dell'Europeo. Una giornata destinata in ogni caso ad essere ricordata.
E di certo se lo ricorderanno in Argentina, dove il 43enne Rapallini è diventato già un riferimento. Simbolo di una classe arbitrale bistrattata da critici, tifosi e giornalisti argentini – tutto il mondo è paese, tanto più se c'è da contestare un rigore – ma che all'estero trova un degno riconoscimento. Addirittura quello di un continente intero. A lui, il quotidiano sportivo Olé ha dedicato pochi giorni fa un editoriale, il cui senso era proprio questo e in cui si passano in rassegna le sue qualità: un “arbitro appassionato del suo lavoro, dal profilo basso, che si tiene lontano da scandali e polemiche, e non rilascia dichiarazioni pubbliche”. Un arbitro che che sul rettangolo verde preferisce “dare continuità al gioco e dialogare molto con i giocatori, anche con criteri pedagocici per spiegare loro le regole”.
Qualità a cui il fischietto argentino dovrà ricorrere anche a Glasgow, dove un pareggio non serve a nessuno e i tre punti valgono probabilmente il passaggio del turno. Una partita che si preannuncia tesa: Croazia e Scozia sono ancora ferme a un punto e quella di stasera è l'ultima chiamata per gli ottavi di finale. Per Rampallini invece, che ha ben figurato nella prima uscita, sarà la gara della conferma. La sua prova del nove passa per Hampden Park,