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Ottavi volanti

Otto match memorabili in attesa degli ottavi di Euro 2020

Francesco Gottardi

La borraccia avvelenata di Maradona, lo scandalo in Sud Corea, la Geyser sound. Guida storica della lotta a 16: sabato al via per Euro 2020

Balla il Camerun, segna Baggio, fischia Moreno. Sulla carta gli ottavi di finale sono il turno più ‘tiepido’ della fase a eliminazione diretta di un grande torneo. E il più raro: tenuto in cantina per quasi cinquant’anni ai Mondiali, oggi arriva alla seconda edizione in assoluto agli Europei. Eppure la grande storia del pallone è passata anche per di qua. Dall’archivio, un Bignami di otto match memorabili. Prima degli otto che da sabato accenderanno Euro 2020.

 

1934. Italia-Usa 7-1. Sarà la prima delle due edizioni della Coppa Rimet iniziate direttamente in modalità sudden death. Tutte le otto partite in contemporanea: a Roma, i padroni di casa liquidano gli americani trascinati dalla tripletta di Schiavio. È l’incipit che porterà la Nazionale di Pozzo al trionfo mondiale due settimane più tardi.

 

1990. Camerun-Colombia 2-1. La danza Makossa del 38enne Roger Milla – quattro anni più tardi sarà il più anziano marcatore di sempre ai Mondiali – contro la vivacità frisé di Higuita e Valderrama. La commedia – serissima, in realtà: è la prima volta che un’africana si qualifica ai quarti – fra le due squadre simpatia di Italia ’90 non poteva che giocarsi a Napoli, nella città del Principe della risata.

 

1990. Brasile-Argentina 0-1. La storia dice magia di Diego, gol di Caniggia e Albiceleste in delirio contro i rivali di sempre. La leggenda – ma i protagonisti avrebbero confessato anni dopo – narra che Branco, miglior giocatore della Seleçao, sia finito ko dopo aver bevuto da una borraccia sportagli dalla panchina avversaria durante un cooling break. Pare che gli argentini usassero allungare l’acqua con un potente sedativo. Solo in determinate fiaschette, naturalmente: quelle da offrire agli assetati rivali. Trucchetti de la Plata.

 

1994. Nigeria-Italia 1-2. Dalla disfatta del secolo alla catarsi, in un amen e due gol di Roberto Baggio. Il sogno americano della Nazionale di Sacchi prese forma quel giorno a Boston: il girone era stato superato per miracolo – arrivo a quattro in blocco, roba mai vista prima –, la Nigeria – il classico avversario contro cui tutto era da perdere: occhio Mancini – per ostinazione. A partire dall’espulsione fantasma di Zola, che svegliò gli Azzurri più del vantaggio di Amunike. Anche chiudendo in nove dopo l’uscita di Mussi per crampi. Ci pensa il Divin codino su rigore, quello dolce da ricordare. Riassume il Corriere della Sera all’indomani: “Non c’è schianto, né stridore in questa apocalisse vittoria”.

 

1998. Francia-Paraguay 1-0. La prima delle quattro partite della storia dei Mondiali decise al golden goal. Una regola thriller che rimpiangono in pochi: di sicuro non José Luis Chilavert, il portiere goleador di quella tenace Albirroja. Che a Lens resiste ai futuri campioni fino al 114’, quando una combinazione fra Trezeguet e Blanc decide il match. Non ci sono precedenti di riferimento per lo sconforto del Paraguay: tutti i giocatori si gettano a terra, faccia all’ingiù. E quasi più dei francesi in festa, le telecamere inquadrano Chilavert. Mentre rialza i compagni uno per uno.

 

2002. Corea del Sud-Italia 2-1. Byron Moreno. Serve aggiungere altro?

 

2016. Inghilterra-Islanda 1-2. Nella settimana della Brexit, arriva anche la ‘coerenza’ sportiva della nazionale di Hodgson. In vantaggio con Rooney, poi rovesciata da Sigurdsson e Sigthorsson. È il grande colpo di scena – e anche l’ultimo ottavo giocato – di Euro 2016: in Francia i debuttanti islandesi avevano già conquistato gli spalti a furia di Geyser sound, una sorta di haka in salsa nordica che attirò le simpatie di tifosi e addetti ai lavori. Oltre al fumo, anche la sostanza di un’impresa sul campo.

 

2018. Francia-Argentina 4-3. Risultato da partita del secolo. L’Azteca del XXI è la Kazan Arena: i Bleus di Deschamps di gran carriera – alzeranno la coppa tre partite più tardi – contro la traballante Albiceleste di Sampaoli. Ma più dei pronostici, conta il brio dei big match anticipati: quindi errori e prodezze da una parte e dall’altra, sorpassi e controsorpassi, il missile di Pavard e l’amara incornata di Augero. È il calcio, bellezza. Belgio-Portogallo e Inghilterra-Germania ora sono lì per bissare lo show.

 

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