Inghilterra-Germania, la forza del destino
Perché gli inglesi temono i tedeschi nel calcio? L'ottavo di finale di oggi è l'ultima pagina di una storia che è iniziata nel 1938 e che non è ancora finita
Gli inglesi sanno che nulla si può nascondere agli occhi del Signore. Soprattutto se il Signore degli inglesi, il Signore anglicano, è stato, com’è stato, inventato da Enrico VIII: sire piuttosto autoritario, manesco e vendicativo.
Perciò ogni sgarbo fatto all’onniscienza d’un Dio che è per sua natura giusto, indipendentemente che sia stato inventato a Londra o no, prima o poi dovrà essere riparato. Questa è la ragione per cui gli inglesi, un poco intimiditi dal conoscere con precisione il colore della propria coscienza, attendono sempre che la Germania colmi la misura sull’unico campo di battaglia oggi universalmente accettabile: il campo di calcio.
Diciamo che dal punto di vista della storia - la disciplina scientifica - i conti con la Germania sono stati in qualche modo pareggiati, mentre dal punto di vista calcistico – e dell’ambiente che regge il calcio – i conti non sono ancora stati saldati.
Dio, per esempio, nonostante l’età, ricorda ancora quando i calciatori inglesi salutarono col braccio teso le autorità naziste allo Stadio Olimpico di Monaco il 14 maggio del 1938, prima dell’amichevole con la Germania. Tuttavia ha sempre fatto finta di scordarsene, perché se avesse dovuto perseguire tutti coloro che, nell’ambiente sportivo, tra giornalisti, dirigenti e atleti, avevano dimostrato grande simpatia per nazismo e fascismo, avrebbe dovuto lavorare anche di notte.
Tuttavia ciò che Dio ancora oggi continua a non sopportare è l’uso strumentale che si fece della federazione tedesca, estremamente indebolita dalla sconfitta, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Persino l’incredibile vittoria ai Mondiali del ’54 fu rivendicata da Sir Stanley Rous. “Ricordatevi che siamo stati noi inglesi a volervi riabilitare agli occhi del mondo. Perciò dovrete esserci sempre riconoscenti”. Con riconoscenza s’intendeva l’essere molto collaborativi nell’intento d’assegnare all’Inghilterra l’organizzazione del Campionato del Mondo di Calcio.
Peco Bawens, il presidente della Federazione Calcio Tedesca, si adoperò alacremente con le federazioni sudamericane, in particolare con quella cilena, perché non osteggiassero gli intendimenti inglesi e fu il famoso arbitraggio di Aston in Cile–Italia a suggellare la gratitudine londinese.
Il successivo accordo tra Inghilterra e Germania venne sancito prima del Mondiale 1966. “Eliminiamo tutti i sudamericani e la finale ce la giochiamo ad armi pari. Voi contro noi e vinca il migliore”.
Fu così che si assistette al campionato del mondo più scellerato della storia, con arbitri inglesi e tedeschi che cacciarono fuori dal torneo prima il Brasile, col massacro di Pelè, e poi, contemporaneamente, Argentina e Uruguay, nei due quarti di finale più scandalosi della coppa Rimet (Germania–Uruguay, arbitro Finney; Inghilterra–Argentina, arbitro Kretlein).
Alla fine il patto del “Voi contro noi e vinca il migliore” s’infranse in finale contro il celeberrimo gol fantasma di Hurst nel primo tempo supplementare. Ciò nonostante Stanley Rous, il grand guignol, credette in cuor suo che anche il Dio degli anglicani fosse felice della vittoria e che non badasse alle quisquiglie per il modo in cui era stata raggiunta.
Ma cosa rimuginasse Dio e che razza di scherzi potesse giocare fu palese a Leon, il 14 giugno 1970, nel corso del quarto di finale del campionato del mondo in Messico. A 25 minuti dalla fine l’Inghilterra conduceva 2 a 0 contro la Germania e, come quattro anni prima, tutti erano convinti d’essere nel giusto, così che sir Alfred Ramsey, per farlo riposare, sostituì Bobby Charlton con Colin Bell.
Fu allora che Dio si grattò il naso.
Beckenbauer segnò al 69’, Uwe Seeler pareggiò a otto minuti dalla fine e Gerd Muller segnò il definitivo 3 a 2 all’inizio del secondo tempo supplementare. Poi Dio starnutì e l’Inghilterra non vinse più nulla nelle competizioni per nazioni e neppure salì mai sul podio.
Perciò apparve e appare ancora evidente che, in alto, lo scandalo del 1966 non è stato ancora dimenticato e nessuno in Inghilterra sa quando potrà esserlo. Di certo però lo strumento che Dio ama più di tutti per prolungare la sua maledizione è la nazionale tedesca.
Perciò gli inglesi li temono follemente.
Perché rappresentano la precisa volontà di Dio o, se si è atei, l’inesorabile Forza del Destino.