La battaglia di Alex Zanardi
La moglie Daniela racconta quali sono le condizioni dell'atleta: "È in una condizione stabile, che significa che è in grado di affrontare un programma di terapia sia neurologico che fisico"
Un anno dopo riecco Alex Zanardi. Ce lo racconta sua moglie Daniela, il suo angelo custode. Era il 19 giugno dello scorso anno quando con la sua handbike è finito contro un camion sulla provinciale tra Pienza e San Quirico nel senese. Dopo un anno, cinque ospedali e una decina di interventi che gli stanno permettendo di continuare una nuova lotta, molto più difficile di quella vinta nel 2001 quando dopo un incidente in Germania rimase senza gambe e con pochi litri di sangue in corpo. A raccontarcelo è Daniela che ha concesso una lunga intervista a Bmw, uno sponsor che non lo ha mai abbandonato dopo averlo riportato in pista qualche anno fa: “A un anno dall’incidente le condizioni di Alex sono essenzialmente stabili. Al momento è ricoverato in una clinica specializzata, dove sta seguendo un programma di riabilitazione. Questo include stimoli multimodali e farmacologici sotto il controllo di medici, fisioterapisti, neuropsicologi e logopedisti per cercare di facilitare il suo recupero.”
In questi mesi di lotta, Daniela aveva sempre preferito restare lontana dai microfoni. Qualcosa aveva detto suo figlio Nicolò, ma di ufficiale non era mai uscito nulla dopo i primi comunicati: “Abbiamo ricevuto così tanti messaggi di auguri per la sua guarigione, e vorrei cogliere l'occasione per fare un grande ringraziamento, da parte di Alex, per ogni singolo messaggio - racconta Daniela - Seguendo il consiglio dei medici, questo ci sembrava il momento giusto per dare qualche informazione sul processo di recupero di Alex. Vorrei dire a tutte le persone che pensano e pregano per Alex che lui sta combattendo – come ha sempre fatto. L’affetto che abbiamo ricevuto da amici, fan, conoscenti, atleti e tutte le persone del motorsport nello scorso anno è stato a dir poco commovente e travolgente ed è stato di enorme supporto per noi nell'affrontare tutto questo. In particolare, un ringraziamento speciale va al personale medico.”
Il racconto del suo calvario ci apre una nuova finestra sul mondo di Alex. Una vita in cui la sua incredibile forza di volontà potrebbe fare ancora la differenza: “E’ stato un processo molto complesso che ha richiesto diversi interventi neurochirurgici ed è stato caratterizzato da alcune battute d’arresto. Alex è in una condizione stabile, che significa che è in grado di affrontare un programma di terapia sia neurologico che fisico. Riesce a comunicare con noi, ma non è ancora in grado di parlare. Dopo molto tempo in coma, le corde vocali hanno bisogno di recuperare la loro elasticità. Questo è possibile solo con esercizio e terapia. Ha ancora molta forza nelle braccia e nelle mani e si allena duramente con le attrezzature.” Adesso è fuori dal letto, lo hanno rimesso in poltrona, raccontava qualche settimana fa uno dei medici che lo hanno in curva. Daniela è scesa un po’ di più nei particolari, Ci ha parlato della sua forza fisica, della sua voglia di allenarsi.
Resta da chiudere anche il discorso legale dopo che una prima perizia aveva sollevato da ogni responsabilità il camionista. La famiglia si è appellata e vedremo come andrà a finire. Resta l’idea, conoscendo Alex, che lui quell’uomo lo avrebbe abbracciato e non messo in croce. Ma questo è un altro discorso.
Lo sguardo verso il futuro resta ottimista. Daniela confida sullo spirito da combattente di suo marito. Ha bene in mente come sia tornato in piedi dopo essersi risvegliato senza gambe in un ospedale tedesco: “Si tratta di una nuova grande sfida. È un percorso molto lungo e al momento non facciamo previsioni su quando potrà tornare a casa. Stiamo mettendo tutte le nostre energie nel recupero di Alex. Per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare questa intervista come occasione esclusiva per informare il pubblico sul suo stato di salute e rispondere ad alcune domande frequenti. Confidiamo che tutti possano comprendere che per il momento ci limiteremo a questo.” Alex adesso è ancora all’ospedale di Vicenza, reparto unità gravi cerebrolesioni. Sta lottando come ha sempre fatto, ma questa volta i muscoli non basteranno a farli vincere l’ultimo sprint. Ha bisogno di una scossa che gli restituisca la parola. Quando verrà il momento stupirà tutti con una battuta.