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Canzoni vincenti

Tra Europei e Olimpiadi. Playlist dell'estate d'oro degli Azzurri

Francesco Gottardi

Dalle "Notti magiche" del calcio al trenino sulle note di "Azzurro" in Giappone: come la nostra musica ha accompagnato i trionfi dello sport

Senza frontiere e con il cuore in gola. Bonucci e Donnarumma, Gimbo Tamberi e Jacobs per due. Passando per il nuoto, il ciclismo, la ginnastica (e scusate se l’Europeo dopo 53 anni più il record olimpico di medaglie non ce li fanno stare tutti in una riga). Da Wembley a Tokyo: due mesi da brividi per lo sport italiano e dunque enfasi perdonata, se non dovuta. Ci sono canzoni che segnano un’estate ed estati – questa – per cui non basta una sola canzone. Al mare o in montagna, in vacanza o in ufficio. Pronti a schiacciare play, al ritmo di Nazionale.

 

Tutto era cominciato in barba a ogni scaramanzia: media, social e tifosi impazziscono per il debutto perfetto degli Azzurri a Euro 2020, la prima partita di un main event giocata in casa dai tempi di Italia ’90. E allora è subito “Notti magiche” – “Un’estate italiana”, il titolo originale, ormai non lo usa più nessuno –, tormentone vintage che sembrava forzato riesumare. Invece Insigne, oltre i tiraggiro pure dj ufficiale della spedizione, fuga ogni dubbio: prima di volare in Germania per gli ottavi i ragazzi di Mancini salutano dall’Hotel Parco dei principi proprio sulle note di Nannini-Bennato. È il loro inno. Gli scrollano di dosso l’amaro di quel Mondiale e lo portano sul tetto d’Europa: da campioni lo cantano a Wembley, poi alla fine del tour in bus tornati a Roma, quindi in chiusura di serata di gala. Chiellini al microfono, Sangiorgi dei Negramaro alla chitarra, lo stesso Bennato in collegamento.

  

 

Questa è l’immagine di copertina. Perché dietro le quinte gli Azzurri di Mancini si scatenano – c’è sempre lo zampino di Insigne – con “Ma quale dieta”, pezzo napoletano di Luca Di Stefano che parte a massimo volume in aereo, in spogliatoio, alla fine di ogni partita, con buona pace dei settentrionali del gruppo – che lo imparano, per forza. Prima dei quarti contro il Belgio, il nostro Giuseppe Pastore sosteneva che l’eterno ritorno di Bonucci e Chiellini non poteva che richiamare “Azzurro” di Celentano – meglio se nella versione di Paolo Conte, scrive. Ci è andato vicino, perché “all’improvviso, eccola qua”, l’estate balza a Tokyo: Tamberi salta, Jacobs corre, tutti e due più di tutti. E quella notte il Team Italia al villaggio olimpico diventa letteralmente “il treno dei desideri”, con Federica Pellegrini sulle spalle del collega di vasca Simone Sabbioni prima dell’abbraccio simbolo con il numero uno del Coni Malagò.

  

   

Tempo di un applauso e si va in pedana, dove Vanessa Ferrari centra la prima medaglia olimpica in carriera con un magnifico argento nel corpo libero: movimenti impeccabili, coreografia calda, “Con te partirò” di Andrea Bocelli – che poi le fa pure i complimenti sui social – ad accompagnare la ginnasta fino al podio. È un climax nazionale fino all’oro nella 4x100, altra pagina da annali dello sport: Marcell Jacobs fa doppietta e se finora il repertorio musicale può aver tagliato fuori i più giovani ci pensa l’uomo più veloce del mondo, che dichiara “di gasarsi con Fedez e Sfera Ebbasta”.

   

 

Ce n’è per tutti. Con tanto di immancabili bonus track: “Football’s coming home”, la maldestra profezia britannica che ormai piace solo a noi. “Zitti e buoni” dei Maneskin, che all’Eurovision avevano aperto la via. E poi vabbè: vogliamo chiudere la carrellata senza Inno di Mameli? L’Italia chiamò, anche in cima alle hit.