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Il Foglio sportivo

Equilibrio tedesco, per il Bayern stavolta sarà dura. Breve guida alla Bundesliga 2021/2022

Giorgio Dusi e Giorgio Tosatto

I pluricampioni di Germania perdono pezzi in difesa e il loro unico investimento è Nagelsmann, mentre le rivali si rinforzano. Tutto quello che c'è da sapere sul prossimo campionato

Da nove anni la storia in Germania si ripete: con più o meno difficoltà, alla fine il Meisterschale lo alza il Bayern Monaco. Egemonia totale: delle 58 edizioni fin qui disputate della Bundesliga, ben 30 sono state vinte dai bavaresi. I secondi, i due Borussia, sono a cinque. La crisi legata alla pandemia ha anche ampliato il divario economico con gli altri club. Dato confermato dai circa trenta milioni spesi per strappare l’allenatore al Lipsia secondo in classifica. Julian Nagelsmann, anni 33, professione allenatore del club tedesco più vincente e nobile di sempre.

 

Eppure, paradossalmente, in questa stagione – che ha preso il via venerdì 13 agosto con il match tra Borussia Mönchengladbach e  Bayern –  per le rivali sembrano esserci concrete speranze. Perché il Bayern non ha vissuto un’estate facile. In primo luogo ha perso i pilastri difensivi degli ultimi anni, Jérôme Boateng e David Alaba. Per sostituirli ha acquistato soltanto il francese Upamecano, dal Lipsia, insieme a Nagelsmann. L’unico grande investimento. E altri non ce ne saranno all’orizzonte: toccherà a Lucas Hernandez non far rimpiangere Alaba in particolare. In più, il Bayern dovrà ricominciare un nuovo ciclo con un nuovo allenatore dopo aver vinto tutto in un anno e mezzo con Hansi Flick, che nel frattempo è tornato sulla panchina della Nazionale tedesca (era stato vice di Löw fino al trionfo di Brasile 2014). Non solo: ha abdicato un punto di riferimento come Kalle Rummenigge, che ha lasciato la scrivania di ceo a Oliver Kahn. Un ricambio totale.

Poi, ovviamente, ci sono le rivali. Questa volta Borussia Dortmund e Lipsia sembrano avere le carte in regola per giocarsela fino alla fine. Il BVB ha deciso già da marzo di ripartire da Marco Rose, ormai una garanzia dopo gli ottimi risultati ottenuti a Salisburgo e Mönchengladbach. Ha sistemato l’annoso problema del portiere, puntando sullo svizzero Gregor Kobel. Certo ha ceduto Jadon Sancho al Manchester United, ma a 85 milioni probabilmente oggi non si può dire di no. È interessante inoltre la scelta di rimpiazzarlo con l’olandese Donyell Malen, classe 1999 preso dal PSV. Non un’ala, come era l’inglese, bensì una punta che possa coesistere con l’intoccabile Erling Haaland, ancor più centro di gravità dopo un’estate passata tra voci di mercato più o meno infondate e speculazioni messe definitivamente a tacere con l’inizio della stagione. Inaugurata con una tripletta in Coppa di Germania: 60 gol in 60 presenze in giallonero.

 

Anche il Lipsia per il dopo Nagelsmann ha scelto un tecnico maturato a Salisburgo: Jesse Marsch, statunitense, già vice di Rangnick proprio a Lipsia. Nonostante le cessioni milionarie dei difensori Upamecano al Bayern e Konaté al Liverpool (80 milioni totali incassati) i Roten Bullen sembrano uscire rinforzati, grazie al solito mix di giovani in rampa di lancio, come i difensori Simakan (2000) e Gvardiol (2002) e la punta Brobbey (2002), e certezze, come il vice capocannoniere della stagione scorsa André Silva, lontano parente della meteora passata per il Milan. Senza dimenticare Szoboszlai (2000), preso a gennaio ma mai disponibile per problemi muscolari. I segnali sono positivi: già dalle prime uscite si è capito come l’ottimo lavoro fatto da Nagelsmann nei due anni precedenti, unito al bel gioco pragmatico di Marsch, possa fare la differenza, così come la presenza di un realizzatore costante.

Difficile ipotizzare altre pretendenti. C’è invece bagarre per il quarto posto: da tenere d’occhio soprattutto Wolfsburg, Eintracht Francoforte, Bayer Leverkusen e Borussia Mönchengladbach. Sulla carta, in quattro per un posto. L’imprevedibilità di questa stagione è dovuta anche a un caso più unico che raro: le prime sei classificate dell’anno precedente (e sette delle prime otto) hanno cambiato guida tecnica. Tre sono esordienti assoluti in Bundesliga: il sopracitato Marsch, Mark van Bommel del Wolfsburg – il cui esordio è stato un incubo: ha sbagliato il numero di sostituzioni effettuabili e sarà eliminato a tavolino dalla Coppa di Germania – e Gerardo Seoane del Leverkusen. La velocità di creare il giusto feeling sarà quindi un fattore decisivo. Anche per Adi Hütter, dall’Eintracht al Gladbach, e Oliver Glasner, dal Wolfsburg all’Eintracht. Domino.

 

Le costanti, comunque, non mancano. Anche quest’anno l’età media del campionato tedesco sarà la più bassa tra i principali tornei europei. La Bundesliga ha perso Sancho, ma pullula di talento. Sarà interessante vedere la crescita di due giocatori già affermati come i classe 2003 Florian Wirtz (Leverkusen) e Jamal Musiala (Bayern), di tutti i gioielli del Dortmund: il diciottenne Giovanni Reyna, il 2003 Bellingham, il 2004 Youssoufa Moukoko, più giovane a esordire e a segnare nella storia della Bundesliga. Occhio anche a giovani di squadre meno blasonate, fra tutti gli attaccanti Jonathan Burkardt del Mainz, classe 2000, e il 2002 del Colonia Jan Thielmann. E occhio a Berlino, dove Hertha e Union si sfidano a distanza: i primi hanno puntato su esperti ex Serie A come Jovetic e Boateng, i secondi hanno acquistato 11 nuovi giocatori per ‘festeggiare’ la Conference League, traguardo storico. Sono stati la sorpresa dell’anno scorso, vogliono esserlo anche quest’anno.
 

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