Parma, corazzata per un minuto. Cronaca di un Ferragosto al Tardini
Ai trentaduesimi di Coppa Italia contro il Lecce, la squadra emiliana non è riuscita a resistere più a lungo di così. Ma il carattere si può ancora allenare. Il racconto di un inviato speciale nel giorno più caldo dell’anno
Il 15 agosto, nel piazzale della stazione di Bologna, poco dopo le 15, a guardarmi intorno, m’è venuto da pensare a una cosa: che siamo disperati un po’ sempre, ma il giorno di ferragosto un po’ di più. È stato un giorno, il 15 agosto del 2021, che è stato il giorno più caldo dell’anno, dicevano. Tutti gli anni ce ne son sempre otto o dieci, di giorni più caldi dell’anno, ma ferragosto, a Bologna, era caldo molto, quest’anno, vi assicuro, ed era il giorno che, per la prima volta nella mia vita, facevo una cosa che avrei voluto fare da quando avevo 15 anni e che, ormai, non credevo avrei fatto più, e che quest’anno farò diverse volte, credo. Il motivo per cui la farò ha a che fare con una poesia che mi suonava nelle orecchie intanto che aspettavo il treno, è una poesia di Ernesto Ragazzoni, brevissima, quattro versi in tutto: “Qui ciascun sugli allora riposa / Io perfino che allori non ho / Ogni fiore si sente un po’ rosa / Ogni fiume si sente un po’ Po”.
Ecco io, ho pensato intanto che prendevo il treno, per me questo è un periodo che, è uscito un romanzo che sta andando bene, sto finendo di correggere due tesi che mi sembran belle, sto mettendo a posto una traduzione che credo sia un bel lavoro, sto provando a far partire una scuola di scrittura che se viene come mi immagino rischia di essere una cannonata, io, devo dire, questo è un periodo che io, che di carattere mi pregio di essere uno che, come i russi, che mi piacciono tanto, ha una pessima opinione di se stesso, io questo è un periodo che forse mi sto cominciando a montare la testa mi sento un po’ Po, forse, in questo periodo, e allora per quello ho trovato il coraggio di fare una cosa che vorrei fare da quando ho quindici anni, cioè chiedere a un quotidiano di chiedermi di seguire il campionato del Parma e scrivere un pezzo per ogni partita.
E allora, sapendo che il 15 agosto cominciava la stagione ufficiale, coi trentaduesimi della Coppa Italia, ho mandato una mail a Claudio Cerasa, il direttore del Foglio, e gli ho scritto: “Caro Claudio, devo chiederti una cosa: non mi chiederesti di seguire il campionato del Parma, che ti scriverei un pezzo per ogni partita, cominciando dai trentaduesimi della coppa Italia, che ci sono per ferragosto?”.
E poi mi son messo a aspettare che Cerasa mi rispondesse, e lui non mi rispondeva. E io allora ho pensato che il mio periodo un po’ Po era finito e che era ricominciato il periodo che avevo una pessima opinione di me stesso e che questa pessima opinione veniva confortata, tutti i giorni, dalla pessima opinione che gli altri avevano di me per esempio non rispondendomi alle mail dove chiedo di chiedermi di fare una cosa che vorrei fare da quando ho 15 anni.
Solo che poi, dopo un paio di giorni, mi è arrivata una mail di Cerasa che diceva: “Non so se ti ho risposto, mi sembra una buona idea”. Allora io son stato contento, ma non contentissimo, perché lì c’era un altro problema, che il Parma calcio doveva accreditarmi; c’era da mandare una mail alla società, e io l’ho mandata, e mi son messo a aspettare e intanto pensavo: “Sì ma figurati se, con tutti i giornalisti che vogliono vedere l’esordio del Parma di Buffon, figurati se mi danno l’accredito a me”. Che quest’anno nel Parma è tornato a giocare Buffon, uno dei giocatori più famosi di tutti i tempi che ha cominciato la sua carriera proprio a Parma e che forse la finirà a Parma.
“C’è anche Buffon, figurati se mi danno l’accredito”, ho pensato. Sul sito del Parma c’era scritto che l’accredito avrebbero dovuto mandarlo entro le 14 del 14 agosto, e io, tra le 12 del 14 agosto e le 13 e 06 del quattordici agosto, è stato un momento che l’ho passato al computer e scuotevo la testa e mi dicevo: “Figurati”, solo che poi, alle 13 e 06 del 14 agosto mi è arrivata una mail del Parma calcio che mi dicevano che per questa volta mi accreditavano ma che dalla prossima partita dovevo però fare le cose per bene e fare scrivere al giornale, non scrivere io, e io, hanno ragione, la prossima volta faccio scrivere al giornale però intanto io ero contentissimo; non mi sembrava vero, mi sentivo veramente un po’ Po, non ci pensavo minimamente che il giorno dopo ci sarebbero stati 38 gradi all’ombra e che sarei dovuto partire alle 15 del 15 agosto del 2021 giorno più caldo dell’anno per andare a vedere non una partita di campionato, un trentaduesimo di coppa Italia, Parma-Lecce, non Parma-Barcellona, con tutto il rispetto per il Lecce, e anche per il Barcellona, che adesso, poverini, ho sentito che hanno dei problemi che non riescono neanche a permettersi lo stipendio di Messi, mi han detto.
Comunque, Barcellona a parte, ho preso poi il mio treno, sono arrivato a Parma alle 16 e 30, ho fatto a piedi quella mezz’ora di strada che c’è dalla stazione allo stadio Tardini, sono arrivato allo stadio, ho ritirato l’accredito, sono entrato, sono andato in bagno, mi son cambiato la camicia, che era bagnata fradicia, aveva preso su una maglietta di ricambio, io sono uno che suda molto, chiedo scusa per questi dettagli un po’ scabrosi e non esattamente indispensabili, in una cronaca sportiva, sono uscito dal bagno bello fresco e riposato, ho guadagnato il mio posto in tribuna, ero pronto per guardare la prima partita ufficiale della stagione 2021/2022 del Parma calcio; Parma calcio che, dopo una stagione disastrosa in serie A, finita all’ultimo posto con 20 punti, peggior attacco e seconda peggior difesa, l’anno scorso, quest’anno, invece, in serie B, il Parma calcio, con l’acquisto di giocatori di un’altra categoria, come per esempio Gianluigi Buffon, uno dei più grandi portieri di tutti i tempi, viene considerata dagli esperti della serie B una corazzata, il Parma calcio, cioè la favorita per vincere il campionato e ritornare immediatamente in serie A.
Che io, anche come tifoso, devo dire, prima dell’inizio della partita mi sentivo un po’ Po, quel ferragosto, cioè l’altroieri, praticamente. Ma, devo dire, qualcosa che non tornava c’era fin da subito, per esempio la colonna sonora, quei pezzi che fanno sentire allo stadio a un volume esageratamente alto, prima che cominci la partita, che, l’altroieri, allo stadio Tardini di Parma, i primi pezzi che ho sentito son stati “Love is in the air” di John Paul Young, “Vamos a la playa ”dei Righeira, “La dolce vita” di Ryan Paris e “The final countdown” degli Europe; cioè allo stadio Tardini, devo rilevare, c’è un disc-jockey che non ha ancora superato gli anni Ottanta, mi sembra. Dopo, è cominciata la partita.
Adesso io non è che senta tutta questa necessità di commentare la partita anche perché di calcio, a parte la passione che mi muove, ma io di calcio, ne so poco, non ho cose molto intelligenti da dire, dirò allora soltanto che Buffon, prima di tutto, non c’era, neanche convocato, un problemino, dicevano in tribuna stampa, chissà che problemino ha avuto, comunque non c’era, c’era Colombi, in porta, ma anche con Colombi il Parma comunque ha cominciato bene, dopo 8 minuti eravamo già uno a zero per noi, ha fatto gol uno che si chiama Brunetta, e lì in quel momento noi tifosi del Parma eravamo proprio un po’ Po, la stagione era proprio cominciata come avevamo immaginato, la corazzata, i dominatori del campionato, delle cose del genere. Tutto questo succedeva all’ottavo minuto.
Un minuto dopo, al nono minuto, un centrocampista del Parma che si chiama Jurić sbaglia un passaggio, cioè la passa a uno del Lecce, che si chiama Olivieri, che la passa a un altro del Lecce, che si chiama Coda, che tira, gol. 1 a 1. Siamo stati una corazzata per un minuto, circa. Ma il Parma, devo dire, il primo tempo non ha giocato male, secondo me meritava più il Parma, nel primo tempo, peccato che, verso la fine del primo tempo, calcio d’angolo per il Lecce, uno che si chiama Tuia la colpisce di testa, gol. 2 a 1 per il Lecce. Chi l’avrebbe mai detto. Da lì, devo dire, abbiamo smesso, noi parmigiani, di sentirci un po’ Po.
Nel secondo tempo le cose sono peggiorate, anzi, hanno cominciato a peggiorare nell’intervallo, quando il disc-jockey dello stadio Tardini ha pensato bene di fare sentire a tutto lo stadio, e a tutto volume, il 15 agosto del 2021, la canzone di Claudia Mori e Adriano Celentano “Non succederà più”, anno 1982, una cosa che a raccontarla non ci si crede e invece è vera, ci sono migliaia di testimoni. Dopo, il secondo tempo, è stato un po’ un disastro, coronato da un altro gol del Lecce, sempre Coda, e potevano farne anche degli altri.
E alla fine, dopo, è finita così; mancavano solo le interviste con gli allenatori che io, in quanto giornalista accreditato, avevo diritto anche a fare delle domande agli allenatori, e allora sono andato in sala stampa, son stato il primo a arrivare, e mi ero preparato anche una domanda, per l’allenatore del Parma, Maresca, nel caso il Parma, come gli succedeva spesso l’anno scorso, fosse andato in vantaggio e poi si fosse fatto rimontare, cosa che è effettivamente successa. Avrei detto a Maresca: “Lei, da giocatore, tra le altre qualità, aveva un gran carattere” (è vero, Maresca è stato un grande giocatore e, con la squadra spagnola del Siviglia, ha vinto, tra l’altro, due coppe Uefa e una super coppa europea e, in una finale di coppa Uefa, ha fatto due gol, non uno: due), “lei”, avrei detto, “aveva un gran carattere, invece questa squadra, anche l’anno scorso, che andavamo spesso in vantaggio e ci raggiungevano quasi sempre, pecca un po’ di carattere, solo che io mi chiedo: si può allenare, il carattere?”.
Non ero sicuro di farla, quella domanda, perché se io fossi l’allenatore di un Parma che si è fatto rimontare da 1 a 0 a 1 a 3, e un giornalista mi facesse una domanda del genere, forse mi verrebbe un po’ il nervoso, non ero sicuro di farla, ci avrei pensato, e avevo tutto il tempo, perché il primo allenatore a arrivare è stato l’allenatore del Lecce, che si chiama Baroni, e ha detto che era arrivato prima lui perché doveva prendere un treno, e un addetto ha chiesto: “C’è qualcuno che ha delle domande?”. Eravamo in due, giornalisti, e io ho fatto segno per dire di no, che non ne avevo, e l’addetto ha capito che ne avevo, e è venuto da me col microfono, solo che io, non sapevo cosa chiedere a Baroni, l’unica cosa che mi veniva da chiedergli era: “Come ha trovato il Parma?”, solo che ho pensato che se io fossi l’allenatore del Lecce, vincessi 3 a 1 a Parma e mi chiedessero come ho trovato il Parma, mi verrebbe un po’ il nervoso, allora ho detto che mi scusavo ma non avevo domande da fare, è stato un momento un po’ imbarazzante, in cui ho avuto una pessima opinione di me stesso, ma non fa niente, ci sono abituato, e il mio collega, se così si può dire, ha poi fatto un sacco di domande, all’allenatore del Lecce, e io facevo anche finta di ascoltare, molto interessato, le risposte, e alla fine eravamo tutti contenti e poi l’allenatore del Lecce è andato via, che doveva prendere un treno, e è arrivato l’allenatore del Parma e il mio collega ha fatto un sacco di domande anche all’allenatore del Parma e poi l’addetto mi ha guardato come a chiedere: “Adesso la vuole fare, una domanda?” e io ho annuito, e lui mi ha portato il microfono, e io ho detto, rivolgendomi a Maresca: “Lei, quando giocava, aveva un gran carattere, questa squadra, l’anno scorso, mancava di carattere, andavamo spesso in vantaggio, e poi ci rimontavano, com’è successo anche oggi, allora le chiedo: si può allenare, il carattere?”. E lui, Maresca, mi ha ascoltato, e poi mi ha risposto: “Sì”. Ecco. Più o meno le cose sono andate così.
Ma non è finita qui. È successa un’altra cosa. È successo che io poi son tornato a Bologna, anzi, a Casalecchio di Reno, a casa mia, e mi son messo al computer, che dovevo scrivere questo pezzo, ma prima mi sono anche un po’ documentato, ho visto gli highlights, che, negli anni Ottanta, quando Claudia Mori cantava “Non succederà più” si chiamavano ancora “i riflessi filmati”, ho guardato se c’erano degli articoli e ho visto un articolo in un sito che praticamente parla solo del Parma, che si chiama Parma live, che riportavano l’intervista, a fine partita, a Maresca, e l’ho aperto e lo sono andato a leggere e l’ultima domanda era: “Il carattere si può allenare?”.
E lì, io mi son reso conto che con quella domanda riportata da un sito che parla praticamente solo del Parma, io minimamente, in modo infinitesimale, in modo del tutto insignificante, ma io, è innegabile, sono entrato nella storia del Parma calcio. E quando l’ho capito, devo confessarlo, mi son sentito un po’ Po. E questo, per Parma-Lecce, è tutto.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
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