Foto EPA/TOLGA BOZOGLU via Ansa 

L'Europa League sarà il contentino di chi uscirà dai gironi di Champions?

Federico Giustini

Il cambio di format ha aumentato la competitività della fase a gironi, ma al via della seconda coppa europea per importanza non ci sono squadre di primissimo livello

Quest’anno più che mai per provare a capire chi vincerà l’Europa League potrebbe convenire concentrarsi sulla fase a gironi di Champions League. Può sembrare paradossale o addirittura l’ennesimo promo di X Factor per guadagnare audience il giovedì sera, ma è il suggerimento che si può desumere dalle quote proposte dai bookmakers per chi volesse puntare sulla vincitrice della competizione erede della vecchia Coppa Uefa. 

Stasera al King Power Stadium si affrontano Leicester e Napoli, le due squadre che secondo gli allibratori hanno più chance di alzare al cielo il trofeo a Siviglia il prossimo 18 maggio. Seguono West Ham, Lazio e Lione, un po’ più staccate Real Sociedad e Bayer Leverkusen. Decisamente bassa la quota “Altro” (1,5 per Snai), quella che ingloba tutte le squadre che faranno parte della competizione a partire da febbraio, vale a dire le terze che scenderanno dalla Champions. Il vincitore potrebbe dunque arrivare dall’esterno, eventualità considerata meno probabile nelle scorse edizioni dagli analisti delle scommesse.

Il cambio di format ha aumentato la competitività della fase a gironi - non più 48 squadre, ma 32, anche per fare posto alla neonata Conference League - e assicurerà spettacolo soprattutto alla ripresa nel 2022, quando ci saranno i playoff tra chi arriverà secondo nel girone e chi, appunto, si piazzerà terzo nella principale rassegna europea.

Il livello medio dell'Europa League è cresciuto ma, complice l'assenza delle inglesi più blasonate (l’Arsenal è rimasto fuori dalle coppe dopo 26 anni; il Tottenham ha ottenuto un pass solo per la Conference), del solito temibile Siviglia e del Villarreal campione uscente (e dunque automaticamente in Champions League), quest’anno sembrerebbe mancare ai nastri di partenza una favorita assoluta.

 

Nella stagione scorsa il ruolo era spettato al Tottenham di José Mourinho, che si fermò agli ottavi dopo aver subìto la rimonta della Dinamo Zagabria, mentre due anni fa il favore del pronostico fu concesso al Manchester United, battuto in gara secca dal Siviglia in semifinale. Ma va ricordato che le ultime due vincitrici non partivano in testa nella griglia di partenza delle agenzie di scommesse: investire 10 euro sul successo finale di Siviglia e Villarreal avrebbe fruttato 120 euro nel primo caso e 200 nel secondo.

L’Europa League 2018/2019 ebbe un esito più facilmente pronosticabile: immediatamente dopo il sorteggio dei gironi, i bookmakers attribuirono al Chelsea di Maurizio Sarri le maggiori chance di vincere il trofeo e alla fine a festeggiare furono proprio i Blues. Poter disporre di Giroud come centravanti addetto ai gol nella competizione (11 centri in 14 presenze, a fronte delle due reti in 27 gare di campionato) aiutò l’allenatore toscano, che poté ruotare i componenti di una rosa molto forte senza perdere equilibri e senza diminuire il tasso tecnico in campo.

La gestione delle energie dei più talentuosi, tra campionato e soste per le nazionali dense di impegni, diventa allora, sempre di più, il tema centrale per chi affronta l’Europa League. Sono praticamente spariti gli avversari sulla carta agevoli nelle sei partite che ogni squadra affronta tra settembre e dicembre. Napoli e Lazio, così come Lione, Marsiglia, Bayer Leverkusen ed Eintracht Francoforte hanno cambiato guida tecnica e un eccessivo ricorso al turnover, in presenza di meccanismi di gioco ancora da consolidare, potrebbe complicare il loro percorso. Un problema che le due inglesi - Leicester e West Ham - e le due spagnole - Betis e Real Sociedad - potrebbero affrontare meglio, almeno in questa prima fase, vista la conferma dei loro allenatori e la continuità sul piano tattico.

A febbraio inizia di fatto un nuovo torneo, con l’eliminazione diretta e otto squadre che si uniranno scivolando dalla Champions League. Il salvagente per le terze classificate esiste dalla stagione 1999/2000, quando a vincere l’allora Coppa Uefa fu il Galatasaray, proveniente proprio dai gironi della Champions. Un’eventualità che si è verificata otto volte su ventidue. Scommettere sulla nona non è poi così conveniente

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